Oggi è stato firmato, tra Governo e Confindustria, l’accordo per la moratoria dei debiti per le piccole e medie imprese.

L’accordo per la moratoria dei debiti per le piccole e medie imprese è stato firmato da Governo e Confindustria oggi, a Palazzo Chigi. «L’accordo appena firmato è diviso in 4 punti ed è l’esito di una collaborazione con le banche e le imprese. Si tratta di una misura che aiuta tante, tante, piccole e medie imprese. Continua il lavoro del governo per tenere a posto i bilanci dello Stato», ha spiegato in conferenza stampa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. «Adesso – ha aggiunto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che affiancava il premier – si apre una fase di diversa attività, dobbiamo continuare a tenere i conti pubblici ma adesso possiamo guardare al lato dello sviluppo economico».



Il numero uno degli industriali, Emma Marcegaglia, dal canto suo, nel dare l’annuncio dell’accordo, ne ha illustrato i punti fondamentali: «proroga della moratoria, in corso dal 3 agosto del 2009, di ulteriori 6 mesi, dilazionando il pagamento delle quote capitale dei mutui. Hanno aderito 190 mila imprese pari a 156 miliardi». Il documento sottoscritto prevede anche che le imprese sane godano di una proroga di 2-3 anni, la copertura del rischio di tasso semplice, con un tasso uguale con la copertura dei fondi di garanzia. Inoltre, se un’azienda aumenta il proprio capitale, le banche aumentano i finanziamenti.



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Per Tremonti, è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte dell’economia italiana. «Quest’anno cresciamo all’ 1,1% – ha detto – perfettamente in linea con le previsioni del governo. Meno di altri paesi? In parte è vero ma non dimenticatevi che in questi 10 anni alcuni paesi sono cresciuti molto drogati dalla finanza, e oggi stanno scendendo le valli baldanzosamente percorse grazie alle carte di credito, leve finanziarie, con tutta la finanza privata».



 

Il titolare dell’Economia ha ammesso che è necessario «crescere assolutamente di più dell’1,1%». Tuttavia, «al netto del debito molti paesi sono cresciuti meno di noi.

 

Se vogliamo crescere di più dobbiamo applicare i nostri talenti verso il sud, dovere di tutti è quello per il meridione». Parlando dell’origine della crisi, ha fatto presente che «in Europa c’è stato il grande problema dell’omessa vigilanza sulla finanza privata, a fronte di una giusta vigilanza sulla finanza pubblica. Vogliamo – ha concluso – che sia riconosciuta la verità, la crisi che viviamo è prodotta dalle banche e da chi non ha vigilato sulle banche, lo capiscono tutti».