Lactalis, il colosso francese che ha lanciato un’Opa su Parmalat, sta delineando la strategia per finanziare l’operazione. Operazione rivendicata dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, ieri, aveva dichiarato: «Li abbiamo costretti a un’Offerta pubblica e totalitaria senza colpo ferire, già questo è un risultato concreto. Un’operazione di mercato è già un risultato di mercato. Aver costretto all’Opa comporta che invece di pagare 100 si deve pagare 200. Anzichè fare operazione fuori mercato, la devi fare sul mercato ed è più costosa».
In ogni caso, il costo complessivo è di 3,4 miliardi di euro, che l’azienda riceverà completamente in prestito dalle banche. Prestito di cui, a quanto emerge da indiscrezioni, vorrebbe beneficiare coinvolgendo le banche italiane. Pare che la famiglia Besnier abbia già inviato (o sia in procinto di inviare) una lettera agli istituti Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mediobanca per proporgli l’operazione. Lettera di cui i diretti interessati negano l’esistenza; o quantomeno, che contenga informazioni dettagliate utili a farsi un’idea precisa della posta in gioco. E’ attendista, infatti, per il momento, la posizione di Intesa, che non preclude l’ipotesi, né si impegna per portarla a termine. A margine dell’assemblea annuale della Consob il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Micciché, ha dichiarato: «ancora non sappiamo niente, vedremo». Sebbene non abbiano ancora comunicato la propria posizione ufficiale, anche Unicredit e Mediobanca sarebbero dello stesso avviso. In ogni caso, bussare alle porte della banche italiane, avrebbe per i francesi diverse valenze strategiche: l’acquisizione è interamente fatta a debito e a SocGen, Credit Agricole, Hsbc e Natixis, i quattro istituti d’Oltralpe già coinvolti, non dispiacerebbe suddividere l’onere, abbassando i rischi e l’impatto sui propri conti. Si tratterebbe, inoltre, di una mossa diplomatica. Nessuna banca straniera ha voluto prestare soldi a Lactalis per l’opa e la partecipazione delle nostre banche rappresenterebbe un segnale riappacificante. Era stata la stessa Intesa a coordinare la cordata italiane che avrebbe potuto acquisire l’azienda di Collecchio.
Nessun imprenditore di peso, tuttavia, aveva deciso di esporsi. Laddove il tentativo di negoziazione non dovesse andare in porto, le banche francesi si accolleranno per intero gli oneri del credito. Nel frattempo, pare che il prezzo dell’Opa fissato da Lactalis in 2,6 euro ad azione, potrebbe essere ritoccato, su richiesta dei consiglieri d’amministrazione del gruppo di Collecchio, a 2,8 euro.