Quasi come un fulmine a ciel sereno, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha deciso di tagliare l’outlook sull’Italia, passando a negativo da stabile, pur mantenendo il rating di A+ sul debito a lungo termine. La decisione è stata motivata da S&P’s a causa dei rischi connessi a una crescita dell’economia inferiori alle stime di un +1,3% nel periodo 2011-2014 e per il pericolo di un ingorgo politico che potrebbe portare a diminuire il rigore sulla gestione del debito pubblico e a rallentare le riforme che possono contribuire a diminuire la spesa e ad aumentare la produttività e la competitività dell’Italia. Con questa mossa, quindi Standard & Poor’s non esclude nei prossimi mesi di dover rivedere il suo giudizio sui titoli di stato dell’Italia.



Dato il timing, la motivazione politica sembra legata ai timori che i risultati delle elezioni amministrative, soprattutto se i ballottaggi di Milano e Napoli saranno sfavorevoli al centrodestra, potranno avere riflessi negativi sulla politica nazionale. Del resto la stessa agenzia di rating avverte che se il governo riuscirà a ottenere il sostegno politico necessario a portare in porto le riforme strutturali, ponendo le basi per una crescita più elevate dell’economia e una più veloce riduzione del debito, i rating potrebbero rimanere invariati.



La replica del ministero del Tesoro non si è fatta attendere ed è arrivata attraverso una nota in cui innanzitutto si precisa che i giudizi espressi recentemente da organizzazioni internazionali del calibro di Commissione europea, Fondo monetario internazionale e Ocse sono di tono opposto rispetto a quelle di S&P’s. Viene inoltre ricordato che le stime del governo sono state sempre prudenziali e sono state superate dai dati di fatto. Motivi per cui non ritenere fondate le preoccupazioni dell’agenzia di rating che forse teme una paralisi politica dell’Italia, che però, spiega il Tesoro, è da escludere in assoluto. Il comunicato si chiude ricordando che finora l’Italia è stata, e sarà ancora, un Paese con risorse economiche e politiche, tali da fargli rispettare sempre gli impegni presi.



In campo politico, le opposizioni hanno sfruttato la notizia del cambio di outlook sull’Italia da parte di Standard & Poor’s per paragonarla a una bocciatura internazionale dell’operato del governo, mentre la Cgil evidenzia il rischio che il Paese corre se non verranno affrontati al più presto i suoi problemi.

Di tono opposto il commento della Cisl, che attraverso il suo segretario generale, Raffele Bonanni, ricorda che le agenzie di rating hanno preso “in giro” tutti quanti negli ultimi dieci anni. Il suo omologo della Uil, Luigi Angeletti, non dimentica che in passato S&P’s ha preso già degli abbagli. E mentre il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, ricorda che le riforme si stanno già facendo, il parlamentare del Pdl Osvaldo Napoli fa notare che curiosamente il giudizio dell’agenzia di rating arriva a ridosso di importanti ballottaggi.