Pendolari e viaggiatori si preparino a possibili disagi: dal 1° luglio, infatti, molti treni potrebbero essere cancellati, ma non per colpa delle Ferrovie dello Stato. A quanto pare, infatti, le nuove norme sulla sicurezza dei cantieri ferroviari rischiano di mettere in crisi la rete passeggeri e merci.
Per questo Rete ferroviaria italiana, società che si occupa della gestione della rete italiana, posseduta al 100% da Ferrovie dello Stato (che controlla a sua volta Trenitalia), attraverso il suo amministratore delegato, Michele Mario Elia, ha scritto una lettera al ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, i cui passaggi salienti sono stati riportati da Repubblica lo scorso martedì 21 giugno.
Ma cominciamo dal principio. L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha infatti emanato lo scorso anno delle norme relative ai cantieri sui binari che sarebbero dovute entrare in vigore mercoledì 22 giugno. In base a tali norme, non sarebbero più possibili la manutenzione e la vigilanza dei binari durante la normale circolazione. Finora, infatti, in larga parte d’Europa come in Italia, i lavori sono stati compiuti con treni in movimento. È chiaro che questo metodo presenta dei rischi per chi lavora. I casi mortali, infatti, secondo statistiche non ufficiali, sarebbero due/tre all’anno.
Secondo la Cgil trasporti, nel 2010 sono stati almeno cinque gli operai uccisi sui binari e altrettanti sono stati gravemente feriti. Ed è per questo che l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha deciso di promulgare tali norme. In pratica, i lavori sulla rete, comprese alcune operazioni di verifica della tenuta del binario o il serraggio dei bulloni, che sono molto frequenti nell’arco di una giornata, potranno essere effettuate solo con treno fermo dietro un semaforo rosso o deviandone il passaggio su un altro binario.
Finora Rete ferroviaria italiana ha cercato, attraverso lettere inviate al direttore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria, Alberto Chiovelli, di ottenere una proroga di alcuni mesi per poter predisporre dei sistemi alternativi di controllo del traffico. La risposta è stata una breve dilazione dell’entrata in vigore delle norme a venerdì 1° luglio. E arriviamo quindi alla lettera di Elia a Matteoli in cui si chiede un intervento del ministero che possa scongiurare una situazione a dir poco problematica.
Secondo Rete ferroviaria italiana, infatti, sarebbero circa 600 i treni (tra passeggeri e merci) che dovrebbero essere soppressi ogni giorno per permettere il rispetto delle nuove norme, le quali avrebbero effetti sulle linee dove i lavori avvengono a distanze minime dai binari comprese da un metro e mezzo fino a due metri e settanta. In pratica solamente i treni ad alta velocità Frecciarossa non correranno rischi, solo perché la manutenzione di tale tipo di linea si effettua normalmente di notte, quando i treni non circolano. Ma per tutte le altre tipologie di convogli, dai regionali, agli intercity, fino ai merci (pari al 90% del traffico totale), si rischiano ritardi e soppressioni. Per di più tutto questo potrebbe verificarsi a partire da luglio, cioè nel pieno dell’estate, quando il treno diventa uno dei mezzi di trasporto più utilizzati dagli italiani per raggiungere i luoghi di villeggiatura, in particolare sulle lunghe distanze, onde evitare di viaggiare in auto. E i disagi potrebbero esserci anche per chi non andrà in vacanza, ma dovrà andare a lavoro utilizzando il treno.
La società che fa capo a Ferrovie dello Stato ha avvisato anche il ministro dei minori ricavi che avrebbe dal ridotto utilizzo della rete che si verrebbe a creare (44 milioni di euro di mancati pedaggi), oltre ai costi straordinari dovuti alla necessità di cercare di spostare quanti più possibili interventi in orario notturno, con relativi oneri relativi al costo del lavoro (circa 240 milioni di euro). Soldi che in qualche modo arriverebbero dai contribuenti, dato che stiamo parlando di un’azienda a controllo pubblico.
Elia ha quindi chiesto a Matteoli la convocazione urgente di un tavolo tecnico per cercare una soluzione al problema, oltre alla moratoria sull’entrata in vigore delle norme sulla sicurezza dei cantieri ferroviari. Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni.
E pensare che mercoledì 22 giugno Ferrovie dello Stato ha presentato il suo piano industriale 2011-2015 nel quale prevede per Rete ferroviaria italiana investimenti per oltre 20 miliardi di euro per il potenziamento, anche tecnologico, della rete sia convenzionale che ad alta velocità. In questo ultimo campo entro il 2015 ci sarà l’apertura di alcune rinnovate stazioni: Roma Tiburtina, Torino Porta Susa, Napoli Afragola, Firenze Belfiore e Bologna Centrale.