Gli sforzi bipartisan non hanno sortito alcun effetto sulla Borsa italiana, che ha ignorato la rapida approvazione della manovra finanziaria chiudendo con il risultato peggiore d’Europa. Il calo iniziale del Ftse Mib, in flessione di circa un punto, si è trasformato in calo vertiginoso e tracollo, raggiungendo il 2% per poi chiudere con un -3,06%. Come nel resto d’Europa il pessimo andamento è stato provocato, in particolare, dai bancari e dagli assicurativi. Un paradosso, per quanto riguarda i primi, dato che si è trattato della prima seduta borsistica dopo i stress test; infatti, tutti e 5 gli istituti di credito italiano sottoposti alla simulazione l’hanno superata brillantemente, così come la maggior parte delle 91 banche europee passate in esame (solo 8 sono state bocciate). Male, anzi malissimo, quindi, i 5 istituti che hanno ottenuto l’ok dai test: Monte dei Paschi (-7,16%), Unicredit (-6,36%), Intesa Sanpaolo (-6,63%), Ubi Banca (-5,04%) e Popolare di Milano (-4,78%). Brusca caduta anche per gli assicurativi FonSai (-7,93%), Unipol (-4,37%) e Generali (-3,75). Tra le aziende, chiudono con un forte ribasso Parmalat (-7,15%), Telecom (-2,38%) e Fiat -4,37%. Come se non bastasse, vola anche lo spread tra Btp decennali italiani e Bund tedeschi, giunto, secondo Bloomberg, a 335 punti dopo la quota record di 337. Per molti, quello che sta accadendo è chiaro: si tratta di un altro attacco speculativo ribassista. Ma, forse, non solo.
Il pm di Trani, Michele Ruggero, infatti, in passato aveva aperto un’inchiesta sulle agenzie di rating. Ora l’ha estesa all’ipotesi di speculazione recente, dopo che l’Adusbef e Federconsumatori hanno presentato un esposto. Ruggero si è recato, con alcun finanzieri, alla Consob che, in merito ai giudizi diffusi, aveva a sua volta dato vita ad un confronto con le agenzie. Anche Roma e Milano stanno indagando in merito al ruolo delle agenzie.