Parte male Piazza affari,intimorita dal rischio di default degli Stati Uniti, dove si continua a rinviare la decisione di innalzare il limite legale del debito pubblico e dove il rating massimo AAA potrebbe non tenere. La Borsa italiana, quindi, segna un -1,57% in apertura, segnata anche dall’ennesimo taglio del rating della Grecia da parte di Moody’s,ormai a un soffio dall’insolvenza. Vanno male specialmente Unicredit (-4,86%), Banco Popolare (-4,72%), Fonsai (4,03%), Bpm (-3,80%), Mps (-4,08%) e Intesa Sanpaolo (3,94%). Crollano, in avvio, anche le principali borse europee, con L’indice Cac-40 parigino perde lo 0,7% a 3.817,21 punti, mentre Ftse-100 di Londra lascia lo 0,62% a 5.898,51 punti. Nel frattempo, in America si tergiversa sul da farsi. Due manovre incompatibili paralizzano il parlamento: una proveniente dai repubblicani, che detengono la maggioranza alla Camera, e una dai democratici, maggioranza alla Camera. La prima, perorata da John Boehner, speaker della Camera che sente l’influsso del Tea Party, avverso a nuove forme di tasse, prevede due step: nel primo si taglierebbero le spese di solamente mille miliardi, rialzando il tetto del debito in modo da garantire finanziamenti al Tesoro fino al 2011. L’anno dopo, in piena campagna elettorale, la seconda e ultima fase, con una commissione apposita che studierebbe i tagli da effettuare. Il, piano dei democratici di Harry Reid, invece, prevede 2.400 miliardi di tagli al deficit, tagli alle spese sociali e nuove entrate derivanti, ad esempio, dall’eliminare gli sgravi fiscali per i contribuenti oltre un certo reddito.
Nel frattempo, in assenza di una strategia comune, i mercati risentono dell’incertezza Usa, mentre si avvicina sempre di più la scadenza fatidica del 2 agosto. Allora sarà scaduto il tempo per emettere nuovi Treasury Bond, con i quali pagare pensioni, stipendi e cedole sui precedenti titoli.