Sembrava che oggi dovesse essere una giornata positiva per le Borse, dato che negli Usa nella notte il presidente Barack Obama aveva annunciato di aver raggiunto un accordo con i Repubblicani per scongiurare il default della prima economia mondiale.

In effetti le cose erano andate bene finché Wall Street non ha aperto le contrattazioni. Le borse asiatiche avevano chiuso la giornata in positivo e le piazze europee erano partite bene. Anche Milano faceva segnare un rialzo intorno all’1,5%. New York aveva aperto la seduta in positivo, ma in breve tempo gli indici sono colati a picco, trascinando al ribasso anche le piazze europee.



Dopo un’ora circa dall’apertura, il Dow Jones Industriale cede lo 0,3%, così come lo S&P 500. In Europa, Francoforte cede il 2,3%, Parigi l’1,8% e Madrid il 2,4%. Milano è la peggiore di tutte, con un ribasso del 3,4%. Ancora una volta sono i titoli bancari a trascinare a fondo Piazza Affari. Intesa San Paolo cede l’8%, Banco Popolare il 7,2%, Mps il 6,2%, Ubi Banca il 5,7%, Bpm il 4% e Unicredit il 2,2%. Sul listino principale guadagnano solo Campari (+0,8%) e Tenaris (+0,1%).



Citigroup ha diramato un report in cui ha tagliato i target price delle banche italiane, evidenziandone la fragilità rispetto alle tensioni creatisi su titoli di stato dell’Italia. Da questo punto di vista, lo spread tra Btp e Bund, che in mattinata era sceso riavvicinandosi a quota 300 punti base, è risalito portandosi a quota 340.

Difficile dire se solamente l’approvazione del piano americano da parte del Congresso potrà riportare la situazione alla normalità o se servirà qualcosa di più per i paesi europei più esposti alla speculazione sui titoli di stato come Spagna e Italia.