Piazza Affari ha chiuso la seduta di oggi con un tonfo del 6,65%, complice anche Wall Street, che perde il 3,9%. Quella di oggi si sta quindi rivelando come una giornata nera sui mercati internazionali da una parte all’altra dell’Atlantico. Parigi, che mantiene una tripla A molto discutibile, ha avuto momenti di concitazione per l’andamento delle banche francesi, in particolare Societé Generale (-15%). Ma è stata Wall Street che, dopo un’apertura positiva, ha girato in negativo e ha fatto affondare tutte le Borse europee che già erano in difficoltà in mattinata, quando si conoscevano solo i futures americani che segnalavano un -1%.
Diciamo pure che se non ci sarà, nelle prossime ore, almeno un’inversione di tendenza a Wall Street, domani si ripeterà uno scenario che sembra dominato dal panico. Perché sarà bene, di fronte a questa volatilità, a queste “montagne russe” e a questo trend negativo, cominciare a parlare di autentico panico: “Vendono tutti, non ci sono compratori”.
Piazza Affari segna una delle giornate più nere, forse peggiori delle giornate nerissime dell’autunno del 2008, il momento dell’esplosione della crisi dei subprime. Un’ondata di vendite ha investito i titoli finanziari, quelli bancari e assicurativi. Ieri sono stati sospesi ben sette titoli, in diversi momenti. E si tratta di realtà finanziarie come Unicredit, Intesa San Paolo e Monte dei Paschi di Siena.
Si può dire che l’attacco della speculazione ha diversi fronti. C’è l’Italia nel mirino, senza dubbio, che segna i record negativi di piazza Affari, ma non si risparmia neppure la Francia e la stessa Germania. Quello che si è sempre detto, fin dall’inizio di questa bagarre, si sta avverando: c’è un attacco in grande stile contro l’euro. C’è chi parla addirittura di un obiettivo di “frantumazione” dell’euro. E se si guarda politicamente la situazione, si può dire che c’è un attacco all’Europa. È meglio che le autorità comunitarie si coordino al più presto e si diano una sveglia. Certamente la situazione italiana, con la Borsa che cade di sei punti percentuali, con una confusione politica al limite dell’assurdo, con parti sociali che aspettano il confronto con il governo, accentua il “rischio Paese”.
Ma è il quadro complessivo europeo che ormai desta preoccupazione. È un attacco all’euro in grande stile.