Wall Street ha iniziato oggi in rialzo con il Dow Jones Industrial al +1,14%, il Nasdaq 100 al 1,72% e lo S&P 500 al +1,18%. Per il resto sembra ripetersi lo stesso canovaccio con implacabile precisione. In apertura Piazza Affari e le Borse europee si sono mosse in positivo, Milano con indici superiori al 3%. Poi, verso mezzogiorno, proprio mentre si discuteva in commissione bilancio (ma è pura coincidenza in questo caso, che può evocare solo scaramanzia), la Borsa ha cominciato a scendere e verso le 14:00 stava scalando in negativo intorno al 2%.
Sul fronte europeo, la situazione più problematica riguarda il CAC 40 francese, con perdite pesantissime e soprattutto con preoccupazioni per un intervento, ieri, del governo che è sembrato a doppio taglio: da un lato indice di decisionismo alla Sarkozy, dall’altro lampante ammissione di uno stato di emergenza per “voci” allarmanti sulle banche transalpine. Oggi è dovuta intervenire la Banca di Francia per tranquillizzare sulla solidità degli istituti di credito. Dall’altra parte dell’Atlantico, nel frattempo, i futures che erano positivi nella prima mattinata europea si sono rivoltati in negativo e poi di nuovo in positivo nell’imminenza dell’apertura di Wall
Street.
Quello che fa impressione, soprattutto, è la previsione dell’indice di volatilità che si aggira ormai intorno ai 50 punti, non ancora come ai tempi del fallimento di Lehman Brothers (80 punti), ma in palese salita. A soffrire principalmente su tutte le Borse, piazza Affari e Parigi soprattutto, è il settore finanziario, banche e assicurazioni. Anche in questo caso il copione si ripete puntualmente.
Le banche francesi nella bufera, Unicredit italiana di nuovo sospesa. Negli ambienti degli analisti si dice: “Sempre peggio. Perché il copione si sta replicando da troppi giorni e non si sa per quanto tempo durerà”. A questo punto, mentre Wall Street ha aperto e mentre le perdite sulle Borse europee continuano (Milano ha già sfiorato il -3% per cento alle 14:30 per poi riguadagnare un punto e mezzo) ogni scenario diventa possibile. Anche quello di tesi complottistiche, che sembravano una stravaganza fino a qualche tempo fa, dove l’obiettivo è la letterale frantumazione dell’euro.