Piazza Affari ha chiuso un’altra seduta in rialzo, con il Ftse Mib al +4%. I dati sui consumi americani sono arrivati puntualmente alle 4 del pomeriggio ora italiana e sono stati negativi. Ma Wall Street ha mantenuto il trend positivo e rialzista dopo l’exploit di ieri, mantenendosi in territorio positivo. Solo un breve ritracciamento dopo la consultazione dei dati che ha influito, per un certo momento, anche sui mercati europei.
Si sta realizzando una seconda giornata di rally nelle Borse europee e questo è già un aspetto confortante, permetterà di passare un Ferragosto di quiete. Ma attenzione a non farsi illusioni. Mentre si guardano con un sospiro di sollievo gli indici in salita, si guarda anche con una certa apprensione al livello di quotazione oggi raggiunto dall’oro: 1800 dollari all’oncia, record storico per il bene-rifugio per eccellenza, che rivela sempre una ridotta voglia di rischio.
Lo short selling, lo stop delle vendite allo scoperto nei prossimi quindici giorni, per Francia, Spagna, Belgio e Italia sembra avere avuto il suo effetto. Il problema è che non sia un rimedio tampone. Perché l’orizzonte complessivo non è azzurro. È uscito il dato sullo stock del debito pubblico italiano (e naturalmente non è bello); si attendono nei prossimi giorni nuovi dati
americani; malgrado le rassicurazioni, le banche francesi sono sempre al centro di voci poco confortanti.
Anche il Pil francese si è rivelato deludente: al momento la crescita è inferiore a quella italiana.
In tutti i casi, le due giornate finali di questa settimana di sofferenza, sono una boccata di ossigeno. Piazza Affari, di fatto, in due giornate dovrebbe avere recuperato circa 20 miliardi di euro di capitalizzazione, che ovviamente non colmano la complessiva perdita settimanale. Ma il fatto che il trend rialzista si sia ripetuto, nonostante le incertezze americane di oggi, è altamente positivo.
Resta fisso il cambio euro-dollaro a 1,42, un fatto su cui ragionare nei prossimi giorni. Intanto stasera si riunisce il consiglio dei ministri italiano per fronteggiare la crisi.