Dalla nuova manovra del governo per fronteggiare la crisi arrivano brutte, anzi bruttissime novità per quanto riguarda il comparto energetico italiano. Il ministro per l’Economia Giulio Tremonti ha sempre chiamato una tassa su questo settore la Robin Hood Tax, che è già in vigore per tutto il 2011. Ma adesso la crisi costringe a peggiorare la situazione, perchè la Robin Tax viene aumentata. L’addizionale Ires viene infatti portata dal 6,5 per cento al 10,5 per cento. E verrà allargata a tutti i settori energetici, non solo quello idroelettrico. Pagheranno anche quelli che producono energia rinnovabile come l’eolico, il fotovoltaico e quello delle biomasse. In più pagheranno le società di trasporto dell’energia elettrica e del gas. Tanto per intenderci, la SnamReteGas arriverebbe pagare 220 milioni di euro, mentre Terna 90 milioni. Andato a caccia di tagli e di tasse per onorare le indicazioni che arrivano dalla Banca Centrale Europea si va a toccare un comparto su cui l’Italia è già fragile. Secondo Paola Garrone, docente di Economia dei Servizi e Reti al Politecnico di Milano: “La questione diventa inevitabilmente problematica per l’Italia. In fatto di energia, in Italia noi paghiamo un 40 per cento in più rispetto alla media europea. E’ evidente che un altro rincaro dovuto a tasse e accise non può che squilibrare ancora di più l’Italia rispetto agli altri Paesi. Capisco benissimo che ci sono esigenze urgenti, ma la prima conseguenza è che la bolletta energetica italiana salirà ancora. Che dire? Bisogna prenderne atto. Ho appena letto il testo dei provvedimenti e quindi non posso dare una risposta precisa. Ma se lei mi dice che questa è la scelta per il recupero di quattrini necessari allo Stato, non posso che rispondere in questo modo: è un maggiore squilibrio nei costi energetici per l’Italia”. Secondo gli esperti che hanno steso il decreto la Robin Tax dovrebbe portare alle casse dell’erario 1,8 miliardi di euro nel 2012, 900 milioni nel 2013 e a regime si dovrebbe stimare su un gettito di 300 milioni di euro. Il problema è quindi contingente, ma significa che ci saranno tre anni di “lacrime e sangue”.
Se il costo dell’energia sale, a pagare sono soprattutto due soggetti importanti della società italiana: le famiglie e le imprese manifatturiere. Paola Garrone conferma questa analisi approssimativa, fatta a caldo, proprio alla vigilia di Ferragosto con le misure preparate dal Governo che non sono state ancora ben valutate nella loro completezza: “E’ inevitabile – dice Paola Garrone – che i primi soggetti a essere toccati saranno le famiglie. Le spese per l’energia saliranno inevitabilmente e le bollette saranno più care, pesando di più sui bilanci familiari. Ma l’aumento della tassa, per quanto riguarda il costo dell’energia, peserà anche sulle imprese, soprattutto su quelle manifatturiere e questo per l’Italia è un peso non secondario. Entriamo proprio in un campo di autentici sacrifici”.
GDR