Il primo segno verde che è apparso in tutta la giornata sui mercati è stato quello del Nasdaq di Wall Street, con un rialzo di quasi mezzo punto, che poi è diventato più consistente, fino a quasi l’uno e mezzo per cento. Il Dow Jones, che aveva aperto in negativo, si è subito allineato al trend di rialzo, andando in territorio positivo. L’indice tecnologico ieri era sceso pesantemente, intorno ai cinque punti e Wall Street, in generale, aveva contribuito ad appesantire le perdite europee. Le previsioni della vigilia di Wall Street, che davano un’apertura quasi catastrofica, identica a quella di ieri, sembravano completamente ribaltate. Ma il tutto si è rivelato solo un’illusione passeggera. Alla chiusura delle Borse europee, Il Nasdaq andava in pareggio e il Dow tornava in negativo. Non si sa se i segni verdi del “Temple” di New York, dopo giorni di rosso profondo, abbiano inciso, per qualche ora, su un ritracciamento delle Borse europee che, a un’ora dalla chiusura delle contrattazioni, avevano subito risposto con indicazioni di contenere le perdite e di riguadagnare facendo salire gli indici, pur restando in territorio negativo. C’era anche un altro fattore che, in momenti del genere, poteva indicare un soffio di speranza e forse era stato colto dal mercato. Era la notizia che veniva da Bruxelles, dove la Commissione europea ha preparato una bozza sugli Eurobond, iniziativa che costituirebbe la prima vera svolta, quasi una concreta controtendenza , soprattutto dopo la conferenza stampa (inutile e in parte dannosa) di Angela Merkel insieme a Nicolas Sarkozy all’inizio di questa settimana. Il ritracciamento dopo l’apertura di Wall Strett, ha fatto in modo che questa giornata non si è trasformata in un “venerdì nero” sui mercati mondiali, ma il trend è ancora ribassista e si può parlare alla fine solo di perdite contenute, per usare un eufemismo. Insomma il tentativo di risalita del pomeriggio è riuscito solo in parte. Il Dax sconta la caduta delle esportazioni delle Germania e perde l’1,7 percento. Milano chiude con un Ftse Mib in rosso del 2,46 proprio nelle battute finali, sempre più sotto i 15mila punti, e piazza Affari si aggiudica la “maglia nera” in Europa.
Con alcuni titoli come Intesa San Paolo, Unicredit, Exor e il gruppo Fiat molto penalizzati. La settimana che si chiude è una di quelle da dimenticare. Il commento degli analisti è perentorio e non positivo: “Oggi non è andata malissimo. Ma diciamo che peggio di così non potrebbe andare”.