La Borsa apre con un leggero rialzo, ma a metà giornata ritorna indietro e al momento segna un meno 0,7 percento nel suo indice Ftse Mib. E’ una giornata di estrema incertezza, come se il caldo afoso pesasse anche sulla volontà di rischio degli investitori. Battute a parte, sembra che i mercati, almeno fino a quest’ora (manca ancora l’apertura di Wall Street) siano in attesa di qualche notizia. Ma si percepisce chiaramente che c’è voglia di aspettare e i volumi di scambio sono ridotti.
In Europa c’è il Dax tedesco che ha un segno positivo, ma è solo una compensazione della perdita di ieri pomeriggio, nel rush finale di Francoforte. Anche le altre Borse europee sono in leggero territorio positivo e, secondo i futures di New York, il “Temple” dovrebbe aprire con il segno verde di un punto percentuale.
Ma i futures non sono indicativi come in genere si crede. A volte l’apertura, come è già capitato nei giorni della scorsa settimana, è addirittura rovesciata.
L’impressione è che i primi due giorni della settimana siano vissuti dai mercati nel segno dell’incertezza. Ieri qualcuno ha scambiato la chiusura in territorio positivo di piazza Affari con un rimbalzo. In realtà, ieri la Borsa e i listini europei avevano aperto molto bene e il Ftse Mib di Milano per lunghi tratti della giornata aveva riguadagnato e superato la soglia dei 15mila punti. Poi, dopo l’apertura di Wall Street, che pure era positiva, c’è stato un
ritracciamento su trend negativo e un dimezzamento dei guadagni a Milano e una
chiusura negativa per diverse Borse. In sostanza, le Borse si sono sgonfiate nel giro di dodici ore.
Non ci sono nuovi dati allarmanti sullo stato dell’economia. Oggi si è conosciuto quello sulla fiducia degli esportatoti tedeschi, anche questo in calo. Ma la sensazione è che il ribasso, o meglio il crollo dei titoli della scorsa settimana, aveva già metabolizzato tutti i bollettini negativi sullo stato dell’economia mondiale. E’ probabilmente per questa ragione, ossia gli investitori erano già a conoscenza di questi dati, che gli indici sono vistosamente calati.
Ora il plafond toccato può essere il fondo del barile. In altri termini, si può pensare che la Borsa non guadagna e non perde, perché ha già pagato in perdite tutto quello che doveva pagare. Le considerazioni a metà giornata, devono tenere conto della continua sofferenza dei titoli finanziari, quelli delle grandi banche in particolare. Nella chiusura in territorio positivo di ieri per piazza Affari, c’erano gli avvenimenti libici che hanno trascinato in su i listini, con Eni e Ansaldo in testa.