Mentre Wall Street ha aperto in rialzo dello 0,5%, Piazza Affari naviga in territorio positivo con il Ftse Mib, l’indice principale, che segna un incremento che si aggira intorno al 2% e riguadagna in questo modo la soglia dei 15.300 punti. Arranca invece  il Dax tedesco che cede lo 0,3%. Anche le altre Borse europee sono fiacche: Milano sembra essere un’eccezione. Pesano purtroppo i dati deludenti sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione Usa, salite a 417.000 contro una previsione degli analisti di 405.000.



È questo è un dato sempre atteso, guardato con apprensione, perché è proprio dal numero dei sussidi ai disoccupati (crescente o decrescente) che si avverte lo stato dell’economia. Ieri, anche se c’è stato solo un “rimbalzino”, si può dire che ha avuto un peso il dato degli Stati Uniti sui beni durevoli. Inevitabile che i report settimanali della più grande economia del mondo e del mercato finanziario più influente segnino poi le cadenze delle altre Borse.



Ma c’è un’altra scadenza oggi. Con un comunicato, la  Borsa francese ha avvertito che, a mercato chiuso nel tardo pomeriggio, farà il punto su quali sono le intenzioni di Parigi sullo short-selling, cioè sulle famose  vendite allo scoperto, che sono state sospese in varie Borse europee tra cui Milano, sino alla fine del mese di agosto. Il problema dello short selling non riguarda solo i francesi.

Domani pomeriggio, a Jackson Hall, il presidente della Fed americana, Ben Bernanke, farà il punto sugli interventi per fronteggiare la crisi e parlerà anche, a quanto si dice, dello short-selling per quanto riguarda Wall Street. E questo sarebbe una novità assoluta. Ritornando all’andamento odierno dei mercati, si può aggiungere che la giornata di oggi segue la tendenza di tutta questa settimana. Nessun guadagno consistente, nessuna perdita consistente. Un saliscendi continuo durante la giornata che non permette rimbalzi apprezzabili e che non deprime ancora di più
le Borse, già arrivate nelle prime settimane di agosto a dei livelli che sfiorano quelli pessimi del grande crollo dell’autunno del 2008.



La volatilità, in questi giorni, è stata sempre molto alta. E nel mirino c’è tutto il comparto finanziario, su entrambe le sponde dell’Atlantico che è in grande sofferenza e comunque non riesce fino ad adesso a uscire da una situazione problematica. Ieri c’è stato il fatto positivo che i titoli delle grandi banche hanno tenuto, almeno non sono finite in territorio negativo. E sempre ieri è finalmente rimbalzato il titolo Fiat. Ma sono tutte situazioni su cui si deve aspettare una svolta positiva per diverse settimane. Al momento è difficile azzardare delle previsioni.

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