Altra cronaca annunciata di un’apertura dei mercati europei all’insegna del rosso più profondo. Come possono stare in piedi i listini dopo quello che è accaduto nella Bce venerdì scorso? Se c’era incertezza, confusione e avversione al rischio nell’ultima decede di luglio, nel mese di agosto e nella prima settimana di settembre, ora si è tutto moltiplicato nel peggio.
Non possono di certo confortare i mercati l’uscita dal board della Bce di un tedesco “falco”, Jurgen Stark, con un tedesco “colomba”, Jorg Asmussen. Contano di più le parole che vengono da Berlino, pronunciate o sottotaciute da Angela Merkel, e chiarificate dal ministro delle Finanze Wolfgang Schauble: se la troika verificasse che gli impegni presi dalla Grecia non sono stati rispettati “allora il pagamento della seconda tranche di aiuti dovrebbe essere discusso nuovamente”.
Ma si sa da tempo, lo hanno detto anche i greci che , se non arrivano gli aiuti (circa due miliardi di euro), da ottobre in Grecia non si pagano più né pensioni, né dipendenti statali. C’è forse qualcuno che è alla ricerca di un pretesto? In più, in questa mattinata di settembre va in tilt, con una esplosione, anche una centrale nucleare nella Francia del Sud, vicino ad Avignone. È una piccola “ciliegina amara” sulla amarissima torta della recessione che stiamo vivendo.
Risultato: piazza Affari veleggia tra il -3% e il -4% in prima mattinata, poi risale di poco, poi ripiomba a -4%. I quattordicimila punti sono sfondati al ribasso. Una banca come Unicredit è ormai quotata 70 centesimi per azione. Il Dax perde il 4% e il Cac 40 francese è sotto di oltre quattro punti, con due banche, Bnp e la famosa Societè Generale, nel mirino dell’integerrima Moody’s che promette loro un downgrade imminente.
Alcuni analisti finanziari e molti economisti sostengono che o si rinegozia il patto sul debito tra gli stati dell’Unione Europea, prescindendo dai parametri di Maastricht, oppure gli scenari che si aprono possono contemplare anche un’autentica implosione. Si teme, con un minimo di ragionamento, un effetto domino devastante. Se salta la Grecia, i mercati possono mettere sotto pressione il Portogallo, poi la Spagna e via elencando . È ormai evidente a tutti che i tedeschi di questo tipo di euro non ne vogliono più sapere. La Cancelliera Merkel, settimana scorsa, aveva dichiarato che l’euro va difeso in base a nuovi accordi. Ecco la spiegazione dello scossone alla Bce, che assomiglia sempre di più a un avvertimento.
Intanto il rapporto tra Btp e Bund è risalito vicino ai 380 punti base. Se lo scenario europeo è a dir poco allarmante, dopo il -5% di venerdì scorso, non sembra affatto migliore quello americano: Wall Street ha infatti iniziato la seduta in rosso: il Dow Jones cede infatti lo 0,9%, così come il Nasdaq, mentre lo S&P perde lo 0,7%.