Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen e quello giapponese, Suzuki, divorziano. Il rapporto di collaborazione tra i due è finito e il gruppo tedesco – che ha optato per la rottura – porrà fine anche alla partecipazione del proprio capitale in quello nipponico. L’accordo, che era stato siglato nel 2009, è stato rotto per l’impossibilità di attuazione di una comune visione strategica in base alla inadempimento, da parte della casa giapponese, delle premesse perché tale accordo si potesse realizzare.
La partnership risaliva al 2009. Allora il gruppo tedesco rilevò il 19.9 per cento del pacchetto azionario di Suzuki per l’equivalente di 2,9 miliardi di dollari. Quest’ultima avrebbe violato i termini contrattuali nel momento in cui ha scelto la Fiat per acquistare un partita di motori diesel. Si dà il caso che, tra le altre cose, anche Volkswagen fornisca motori analoghi. Come se non bastasse, dal momento della stipula dell’accordo, tra le due case non vi è stata una sola operazione portata a termine in comune. Tanto che il presidente di Suzuki ebbe a scrivere sul suo blog, riferendosi alla offerte tecnologiche del partner, di non aver individuato «nulla che valga la pena di utilizzare subito». Tra i due i colossi i rapporti non sono mai stati particolarmente idilliaci. Oltre alla scarsa comunicazione, si son aggiunti nel tempo diversi interventi sui giornali del presidente giapponese poco graditi ai vertici Volkswagen.
Nel dettaglio, Suzuki ha preferito Fiat per una fornitura di motori 1.6 Multijet II da 120 CV. La comunicazione relativa al loro impiego è stata data a giugno, quando è stato annunciato che sarebbero stati impiegati per la produzione di Sx4, nello stabilimento di Esztergom, in Ungheria. La Fiat già fornisce a Suzuki il 2 litri MJT da 135 CV. Ciò che è certo, è che per Fiat Powertrain, la divisione della casa torinese dedicate alla ricerca e allo sviluppo e alla produzione e alla vendita di motori e cambi, si tratta di un grande successo. Il patto prevede una fornitura annuale di 2mila pezzi, fino ad un massimo di 30mila. Resta da capire se la rottura dell’accordo avrà ripercussioni in tribunale.



La casa automobilistica tedesca, infatti, intende diventare, entro il 2018, il primo produttore automobilistico mondiale. L’accordo con Suzuki aveva lo scopo di penetrare nel mercato indiano. In cambio avrebbe offerto le proprie tecnologie. Sta di fatto che, in ballo ci sono miliardi di dollari, e Volkawagen avrebbe, progressivamente aumentato i suoi investimenti, fino ad impiegare il 50 per cento delle proprie risorse, allo scopo di creare delle automobili a basse emissioni.  

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