Nella notte europea arriva dall’altra parte dell’Oceano il downgrade sul debito italiano dell’agenzia di rating Standard&Poor’s. Le motivazioni sembrano più di carattere politico che economico-finanziarie, anche se vengono definite di carattere “apolitico”. Ma anche se le considerazioni economiche avessero un peso in questo momento (e lo hanno), una delle teste della “trimurti” del rating non scuote più di tanto il mercato. Sia perché l’affidabilità della “trimurti” è molto bassa anche tra i trader, sia perché bastava vedere la situazione complessiva per comprendere che il downgrade fosse ormai scritto nelle cose.
Tutto questo non significa che non è accaduto nulla. Il downgrade ha sempre un certo significato e, nel momento in cui arriverà, con tutta probabilità, anche il giudizio negativo di Moody’s, il mercato italiano e le Borse europee, sulla specifica vicenda italiana, andranno ancora sotto pressione. Anche perché, se c’è un aspetto di governance del Paese da considerare, la credibilità italiana è ormai al livello minimo. Sia per la risposta del premier al declassamento (un farfugliamento tra “le colpe dei media” e altre manovre poco comprensibili, in una riedizione su scala ridotta delle proteste di Obama al giudizio di Moody’s), sia per i deliri e le vaghezze dell’opposizione.
Piazza Affari quindi esordisce in rosso, poi ritraccia e va in positivo, poi resta incerta tra il segno più e il segno meno. Segue una logica del giorno per giorno, con alti e bassi dettati dall’estrema volatilità presente su tutti i mercati europei. In effetti, le altre Borse sono in linea con Milano. È verso mezzogiorno che piazza Affari e le altre Borse europee vanno tutte in territorio positivo.
Sia chiaro a tutti che non ci troviamo di fronte a nessuna svolta. Sono recuperi valutati sull’ordine dell’1 o 2%. Il Ftse Mib resta di poco al di sopra dei 14mila punti, che adesso diventano una sorta di nuova barriera da difendere. E poi, il mercato può girarsi con una facilità incredibile anche nel giro di mezz’ora. In tutti i casi piazza Affari, a fine mattinata sale dell’1%, con anche il comparto bacncario-finnaziario che va discretamente bene.
Mediobanca, che domani riunisce direttivo e consiglio di amministrazione, è in recupero. Così come Unicredit e Intesa San Paolo. Ma anche in merito a questi titoli, occorre ricordare che i ribassi subiti in questi mesi hanno portato i valori ai minimi storici. Le altre Borse europee sono in linea con quella italiana. Sulla stessa grandezza di crescita c’è il Dax tedesco e il Cac 40 francese.
Sembrano mercati in attesa di qualche cosa di nuovo sul “caso greco”. Oggi è programmata un’ennesima conference call tra Atene e gli altri partners europei. L’incertezza regna sovrana. Intanto Wall Street ha iniziato la giornata in rialzo.