Siamo praticamente in discesa libera. Le Borse europee hanno aperto tutte in profondo rosso, con perdite intorno al 3,6%. Poi hanno incrementato le perdite e a metà giornata si profila una sorta di giovedì da incubo, dove si può toccare il fondo. La famosa soglia dei 14.000 punti per Piazza Affari è diventata subito un ricordo alle 9:30. A mezzogiorno il Ftse Mib era intorno ai 13.600 punti e in discesa. Non vanno di certo meglio il Dax tedesco, sotto del 4,5% e il Cac 40 arriva al -5,3%.
Che cosa ha procurato questo nuovo terremoto? È arrivato nella notte un downgrade per 7 banche italiane, che significa un allineamento tecnico al downgrade che, sempre Standard&Poor’s ha attribuito all’Italia due giorni fa. A ben vedere un’ulteriore tegola sulla testa, ma nulla di non scontato. Tuttavia, a tutto questo si aggiungono notizie sempre più complicate che vengono dal Fondo monetario internazionale e soprattutto sulla situazione greca, che ormai dovrebbe essere a un passo dalle decisione non certo gradevole dell’esclusione dall’euro. Non si sa mai e non si può ancora dire, ma i segnali più insistenti sono il default, camuffato in qualche modo.
A queste notizie che di certo non possono rassicurare i mercati, si devono aggiungere le voci sulle banche francesi. Secondo alcuni analisti finanziari, voglia o non voglia ammetterlo il Governatore della Banca di Francia, c’è proprio un “mostro” all’interno di Societe Generale e ci altri piccoli “mostri” all’interno sia di Credit Agricole e forse anche di Bnp-Paribas. Insomma, se arriva il downgrade per le banche italiane, non si sa bene che cosa possa arrivare per le banche francesi, che, in tutti i casi, sono sotto un’inquietante lente di ingrandimento.
In tutti i casi, a parte il comparto finanziario-bancario italiano o francese, è il quadro complessivo dell’economia che suscita continuamente dubbi, con una revisione di stime che vanno tutte al ribasso. I mercati, nella loro spietatezza, non fanno altro che fotografare questa situazione.
C’è in più da fare un ulteriore punto sull’Eurozona, mentre le Borse vanno praticamente in “discesa libera”. Qui, più che gli indici vale la pena di rivolgersi agli ineffabili book-makers inglesi. Secondo le loro quote, l’uscita della Grecia dall’euro è quotata a 1,10, praticamente un cavallo sicuro che vince l’amaro traguardo di essere espulso dalla corsa all’interno dell’euro.
Ma al secondo posto, anche se a una quota di improbabilità (pagate 1 e prendete 8), c’è proprio l’Italia, prima ancora di Portogallo e Spagna. Certo essere quotati a otto pare ancora un margine di sicurezza, ma a volte gli outsiders battono tutti.
Nel frattempo Wall Street ha cominciato la giornata in rosso, così come aveva chiuso ieri.