La Borsa parte bene in apertura, ma dopo un paio d’ore ritraccia subito e dall’1,9% di rialzo si limita a un guadagno dello 0,5%. Piazza Affari va meglio comunque delle altre Borse europee. Tuttavia il “va meglio” è veramente relativo dopo lo scivolone di ieri. E la mazzata arriva verso le 11,30, quando tutte le Borse europee cominciano a entrare in territorio negativo. Alle 14, a metà giornata Milano è già sotto del 2,2% e ora, grazie all’avvio positivo di Wall Street, torna in positivo con un +0,45%. Restano in rosso ancora Francoforte e Parigi.
Inutile ormai fare i calcoli delle perdite dei primi nove mesi dell’anno. I tredicimila e cinquecento punti, circa, di Milano sono la fotografia dello stato dei mercati. Con i titoli bancari prima piatti e poi in discesa vero nuovi limiti storici e poi ancora i migliori del listino. Ieri Wall Stret è sprofondata, delusa sia dal mancato annuncio di Ben Bernanke circa l’immissione di nuova liquidità nel sistema, sia perché lo stesso Bernanke e altri esponenti di organismi internazionali stanno orami ripetendo da qualche giorno che il sistema nel suo complesso corre dei rischi.
Il primo problema resta quello greco, con un nuovo downgrade di due livelli su otto banche. Ma il downgrade sulle banche greche è come “sparare sulla Croce rossa”. La situazione di Atene è al limite del collasso. La troika ritornerà ad Atene nella prossima settimana, intanto il premier Papandreu andrà a Berlino per incontrare Angela Merkel. Stamattina le voci su un possibile default greco si sono comunque intensificate. C’è qualcuno che dice che un sorta di default controllato, non si sa bene come, possa arrivare addirittura stasera, a Borse chiuse. E sarebbe questa la spiegazione della cautela dei mercati in questa mattinata.
In realtà appare difficile che un simile colpo di scena possa arrivare nel tardo pomeriggio di oggi, altrimenti non si spiegherebbero né la programmata visita della troika ad Atene, ne l’incontro tra il premier greco e la cancelliera tedesca.
A quanto risulta da indiscrezioni, di fatto, il default non dovrebbe nemmeno essere messo in discussione. Si tratta di capire quanto verrebbero rimborsate le banche esposte con i titoli sovrani della Grecia. Se è questo il default controllato, si tratta alla fine di un “bagno di sangue”. Con queste voci e queste incertezze è evidente che volatilità, idiosincrasia (oramai) al rischi giuocano un ruolo preminente.
Il problema è che al momento nessuno sa esattamente che cosa accadrà o stasera o in questo week-end. È evidente che se questi sono i dati di metà giornata, a meno di un fatto clamoroso, si presenta un’altra seduta problematica.