Standard and Poor’s, l’agenzia di rating statunitense, continua a colpire l’Italia senza pietà. Dopo aver tagliato il giudizio sul debito pubblico del paese di un livello, portandolo, con una decisione a sorpresa avvenuta nottetempo, da A+ ad A, ora è stata la volta degli enti locali. Undici, per la precisione. Ad essere colpite, in particolare, le città di Milano, Bologna e Genova. Secondo l’agenzie anche la loro affidabilità rispetto alla capacità di solvenza si è abbassata di un “notch”, passando da A+ ad A. Oltre al taglio dell’affidabilità,l’agenzia ha espresso anche un outlook negativo; ovvero, prevede che in futuro le cose andranno peggio, e ci sarà un ulteriore abbassamento del giudizio sulla capacità creditizia. Nella medesima situazione di Milano, Bologna e Genova, si trovano anche la provincia di Mantova, la regione Marche, la Provincia di Roma, la regione Sicilia, la regione Emilia Romagna, la regione Friuli Venezia Giulia, la regione Liguria, e la regione Umbria.
Torino, invece, è stata interessata da un outlook passato da stabile a negativo, mentre la il rating sul lungo periodo rimane fermo ad A. Per quanto riguarda, in particolare, l’Umbria, una nota dell’agenzia ha fatto sapere di aver tagliato il rating a lungo termine dei titoli in scadenza al 2017, 2018 e 2019, quelli delle Marche con scadenza al 2018 e dalla regione Sicilia con scadenza nel 2016. Non sembra, al momento risentire del giudizio Piazza affari che, attualmente, vede l’indice Ftse Mib in rialzo a +2.39 e 13.991,38 punti e l’Fte All Share a +2,01% e 14.756,59 punti. Lo spread tra Btp italiani e bund tedeschi sta viaggiando sotto i 390 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 5,63%, quello del tedesco a 1,75%. Lo spread tra i titoli decennali spagnoli, i Bonos, e tedeschi si posiziona, invece, sotto i 350 punti base, a 345,7. Nel frattempo, il mercato finanziario nipponico ha risentito degli umori degli investitori intimoriti dalla debole capacità di tenuta dell’economia mondiale.
Si segnala la chiusura della borsa di Tokio a -2,17%, il risultato peggiore degli ultimi 30 mesi. Nel frattempo, l’oro, per la prima volta dallo scorso luglio, si è attestato sotto i 1.600 dollari. L’oro con consegna immediata cede il 3,5% a 1.598,75 dollari, i futures a dicembre, il 2,6% a 1.597 dollari l’oncia.