È Guido Gentili, editorialista de Il Sole24 Ore, vecchia scuola Corriere della Sera, capace di una grande lettura dei fatti economici e finanziari, che rimette tutti con i piedi per terra.

I mercati stanno andando bene, le Borse sono in rimonta. Forse pensano o prevedono una soluzione per i problemi della Grecia e un intervento massiccio: si è parlato di tremila miliardi di euro, per ricapitalizzare le banche europee, allargare il Fondo salva-Stati. Che ne pensa?



Non voglio apparire pessimista, ci terrei a essere realista. Ma qui mi sembra che noi tutti abbiamo vissuto un week-end di suggestioni. Si parla appunto di un intervento di tremila miliardi, di un allargamento del Fondo salva-Stati, ma io mi chiedo: chi lo metterà in atto? I rapporti nella Comunità europea mi sembrano sempre problematici e contraddittori. Facciamo un attimo il punto sul fondo salva-Stati. Se ne è cominciato a parlare nel 2010 e si è fatto pochissimo. Se ne è riparlato nel luglio di quest’anno, cioè nel 2011, quando è letteralmente esploso il “caso greco”. Ma, al momento, ne stiamo ancora discutendo.



L’Europa sembra in grande ritardo su alcuni problemi. Sembra una casa a cui è stato fatto un tetto, con l’euro, ma dove mancano le fondamenta.

Direi che questa è l’immagine più calzante, quella che viene in mente subito quando si giudica la politica economica europea. A questo proposito, sul ritardo dell’Europa, circa il problema del debito, il presidente americano Barack Obama ha perfettamente ragione. In tutti i casi, lasciamo perdere queste valutazioni. Il dato di fondo è che girano suggestioni, magari speranze, ma al momento non è stato fatto e deciso ancora nulla. E intanto Angela Merkel, tra le altre dichiarazioni, dice anche: non possiamo aggiungere debito ad altro debito già esistente.



A proposito di Angela Merkel, il cancelliere tedesco ha due appuntamenti importanti. Il primo lo ha già onorato con il premier greco George Papandreou, promettendo che la Grecia non sarà abbandonata e che sarà aiutata. Ma l’appuntamento decisivo è per domani, al Bundenstag, il Parlamento tedesco.

Esatto, domani è una giornata importante, che può essere addirittura decisiva. La Corte costituzionale tedesca, nella sua sentenza di un paio di settimane fa, ha decretato che è legittimo che la Germania aiuti i paesi in difficoltà, ma di fatto ha rimandato al Parlamento la decisione degli aiuti. In questo momento in Germania il dibattito sugli interventi in favore della Grecia, sull’euro, sul fondo salva-Stati è piuttosto caldo e Angela Merkel, che viene da sette sconfitte elettorali consecutive, non ha una maggioranza solida, ma molto fragile. Che cosa deciderà quindi domani il Bundestag è un rebus. E ci possono essere anche delle sorprese.

A questo punto, anche il discorso su un possibile Fondo europeo di stabilità finanziaria che si distingua dal Fondo salva-Stati e assicuri il sistema bancario europeo è una suggestione?

Ritengo che come ipotesi ci stia e sia importante. Il problema è chi riesce a realizzarlo in questo momento, con questo tipo di Europa. Parlavamo dei problemi della Merkel all’interno della Germania, ma non trascuriamo le perplessità di paesi che sono collegati sulla stessa linea della Germania come Finlandia, Slovacchia, Austria. Mi sembra che la complessità dei problemi istituzionali europei non favorisca, non faciliti un immediato intervento.

 

Questo vale anche per una ipotetica “bad bank” europea che diventerebbe il garante della solvibilità delle banche europee?

 

Anche questa è una bella ipotesi. Io mi chiedo sempre chi e come si realizza oggi in Europa. Immaginiamo solo che l’Europa possa mettere in atto un piano Tarp come è stato fatto negli Stati Uniti. In realtà, qui bisognerebbe parlare di 17 piani Tarp. È vero che in questo weekend i mercati hanno avvertito che qualche cosa si sta muovendo. Ma mi permetto di dire che i movimenti sono lenti e non riesco a vedere i soggetti che possono attuare queste ipotesi che concettualmente sono giuste. Ritorniamo inevitabilmente a parlare del tetto di una casa che è senza fondamenta.

 

Domani José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, potrebbe annunciare l’introduzione della Tobin Tax, la tassa sulle transizioni finanziarie. Che ne pensa?

 

Non voglio ripetermi, ma devo dire che anche su questo sono scettico. Scettico sulla efficacia della Tobin tax. Se ne parla da tempo. Io credo che i problemi non si possano risolvere partendo dalla coda, quando tutto è già avvenuto. Forse bisognerebbe intervenire a monte sui problemi di questo sistema finanziario.

 

(Gianluigi Da Rold)