Duro affondo Bossi contro il mondo delle imprese.  «Non vogliamo mica portare via i soldi ai pensionati per darli agli imprenditori come dice Confindustria, siamo mica matti», ha dichiarato oggi, commentando il vertice di ieri tra il premier e il ministro Tremonti. Poi, ha fatto presente che le imprese farebbero meglio a darsi una mossa. Se un tempo, infatti, creavano ricchezza e lavoro, oggi secondo il Senatur, non fanno altro che prendere soldi. «Un attacco derubricabile a mera dialettica politica. Non credo che dietro alle parole di Bossi ci sia un sofisticato ragionamento economico», afferma Giovanni Marseguerra, professore di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, interpellato da ilSussidiario.net. L’attacco di Bossi, rivolto anche direttamente alla Marcegaglia, (a chi gli ha chiesto se si riferisse anche a lei ha risposto: «certo che sì»), è da interpretarsi, in effetti, più sul fronte dei rapporti difficili tra i dignitari della maggioranza e dell’asse lega-Pdl/ Lega-Bossi, che in senso stretto.



«La Lega, del resto ha sempre dimostrato grande attenzione nei confronti degli imprenditori e non credo che abbia deciso di modificare la linea al riguardo», è la considerazione di Marseguerra. Che aggiunge: «credo, in ogni caso, che oggi quanto mai gli imprenditori vadano aiutati». Il modo per farlo non ha niente a che fare con i soldi dei pensionati.



«Occorre metter mano ad una riforma fiscale che sposti il carico della tassazione dalle persone alle cose. In questo momento la tassazione è a livelli stratosferici. La sua riduzione è il primo passo da compiere. Dopo di che occorrono riforme strutturali. Come quella delle liberalizzazioni». Tutto questo è necessario dal momento che, rispetto a quello che ha detto Bossi, è vero il contrario. «In questo momento gli imprenditori non rappresentano certo un peso per l’Italia. Anzi, sono loro che la stanno tenendo a galla. L’ossatura del nostro Paese si base sulle piccole imprese. E i piccoli stanno sostenendo l’Italia con enormi sacrifici, continuando a riuscire a esportare in condizioni difficilissime». Si tratta di ostacoli come «una concorrenza estremamente agguerrita, la scarsità di servizi, e costo dell’energia più caro in Europa».



Eppure, ce la fanno. «La politica è ingessata e gli imprenditori devono far ricorso a tutta la loro capacità di adattarsi a circostanza avverse per far fronte alle emergenze. Significa che, oltretutto, sono portatrici di valori culturali fondamentali per l’Italia, come lo spirito di intraprendenza, la volontà di mettersi in gioco e rischiare».