Come annunciato da Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, gli industriali presenteranno il manifesto per lo sviluppo, un piano suddiviso in cinque punti per cercare di affrontare la crisi economica. Nel programma di Confindustria, le pensioni, i tagli Irap e una patrimoniale da sei miliardi. Si tratta di una conseguenza della precisa presa di posizione nei giorni scorsi di Marcegaglia nei confronti del governo, la quale ha chiesto chiarezza o ci sarà uno stop a qualunque forma di dialogo: ”Non saremo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità”. Il punto principale dei cinque annunciati nel manifesto è la riforma fiscale, con la quale si dovranno abbassare le tasse su lavoratori e imprese “con la disponibilità di accettare una patrimoniale”. Quindi impegno chiaro su infrastrutture, privatizzazioni, liberalizzazioni, pensioni (sulle quali i sindacati hanno già posto il veto, annunciando che si opporranno a qualunque misura in tal senso). I costruttori edili sono intanto sempre sul piede di guerra dopo le plateali proteste contro i ministro Matteoli durante un convegno nella capitale. Dice il presidente Buzzetti: “Siamo veramente basiti del fatto che apparentemente, come emerge dalle prime discussioni, l’unica proposta del Governo siano norme di favore fiscale per pochissime grandi imprese”. Il Pdl ha intanto messo a punto un gruppo di lavoro che dovrà proporre un decreto per lo sviluppo. I tempi pensati a tal fine sono un paio di settimane: per il 13 ottobre il decreto.sarà presentato a Berlusconi, Letta e Tremonti. Si tratta, come è stato definito da Maurizio Lupi vicepresidente della Camera, di una cabina di regia che farà sapere le proposte per affrontare la crisi. Secondo indiscrezioni, il governo vorrebbe varare un solo decreto su infrastrutture e privatizzazioni insieme all’approvazione in sede di consiglio dei ministri di un ddl sulla stabilità previsto per il 15 ottobre. Il ministro allo sviluppo Romani intanto comunica di aver lanciato i contratti di sviluppo con uno stanziamento di 400 milioni di euro per far arrivare in Italia investimenti dall’estero. Sarebbero già arrivate cento domande in tal senso.
Da segnalare poi il rifiuto del ministero del tesoro alla richiesta della Lega di far approvare nel decreto il potere di veto del ministero del tesoro su eventuali scalate dall’estero di gruppi e società italiane.