E’ allarme rosso su tutti i mercati europei. E nel caso qualcuno dovesse attendere una spinta da Wall Street, deve aspettare domani, perché il “Temple” oggi fa festa. Si fa per dire. L’allarme è scattato alle nove di questa mattina, quando le Borse europee hanno aperto con una percentuale negativa del 2 percento di media. A picco letteralmente il Dax tedesco, dove l’alfiere degli anti-eurobond, la signora Angela Merkel, si stava leccando le ferite per l’ennesima sconfitta elettorale in Meklenburgo Pomeriania, suo collegio elettorale. Male anche il Cac 40 francese dell’alfiere della “grandeur” minore, Nicolas Sarkozy. E male, ahimè piazza Affari. Segni rossi generalizzati in quasi tutti i comparti, con la solita peculiarità più negativa in quello bancario-finanziario e in quello automobilistico, tanto per cambiare. A fine mattinata, visto l’andamento dei mercati, sono intervenuti sia Jean Claude Trichet, sia il prossimo successore alla presidenza della Bce, Mario Draghi. La sostanza del messaggio è che ci vuole una governance europea più forte. Discorso importante, ma che sa tanto di scoperta dell'”acqua calda”, dato che i maggiori ostacoli a un passo avanti europeo di carattere politico-economico, di intervento concentrato, lo deve dettare l’asse franco-tedesco ed è difficile prescindere da questo dato di fatto. Spostiamo il discorso su Piazza Affari, dove il dibattito sulla manovra è solo un aspetto, ormai, della crisi generale e globale. Il Ftse Mib ha aperto male ed è lentamente peggiorato. Un tentativo di rintracciamento verso le 13 e 30 è abortito nel giro di pochi muniti e al momento l’indice principale di Milano viaggia su una perdita superiore al 3,50 in percentuale. I quindicimila punti difesi a fatica ancora venerdì scorso sembrano un ricordo. Ora il ragionamento è molto semplice secondo gli analisti. C’è una banda che va dai 14mila punti ai 16 mila punti. Se si sta in mezzo a questa banda non si va da nessuna parte, se si toccano e superano i 16 mila c’è una speranza rialzista, se si scende sotto i 14mila si entra in una fase critica e anche pericolosa. Al momento, ma siamo solo a metà giornata, siamo appena sopra i 14500 punti. Entrando nello specifico si può vedere che Unicredit perde il sei per cento ed è ormai da giorni sotto la quota di 0,90. Ma oggi perde più duramente Intersa San Paolo che si avvicina sempre di più al valore di un euro. E non va certo bene Monte dei Paschi di Siena.



Se le grandi banche e il mondo della finanza è investito dalla tempesta, la Fiat gira ancora in negativo: è sotto i quattro euro e perde il 4 percento. Non stanno meglio oltralpe, La famosa Societè Generale, che ha già perso molto nei giorni scorsi, segna un rosso dell’8 percento e l’inglese Royal Bank of Scotalnd è “maglia nera” con un meno 10 percento. A metà giornata, l’impressione è che siamo tornati al 2008.

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