Per tornare a guadagnare, la Fiat di Marchionne dovrà vendere sei milioni almeno di auto entro il 2014. Lo scopo, come ha sottolineato ieri l’ad del Lingotto al Motor Show di Detroit, potrà essere raggiunto puntando su Chrysler e sul mercato brasiliano, finora sottovalutato. E individuando un terzo partner globale. Che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere il francese Psa Peugeot-Citroen. IlSussidiario.net ha chiesto a Franco Oppedisano, giornalista economico esperto di Fiat, se è il caso di prestare o meno attenzione a questi rumors. «Con Peugeot – spiega – ci sono accordi produttivi che funzionano da tempo. Le due aziende producono assieme una serie di prodotti». Ma, una partnership vera e propria andrebbe incontro ad una serie di ostacoli. «I problemi del gruppo francese ricalcano quelli di Fiat: è molto concentrato in Europa, ha pochi sbocchi nei mercati emergenti e grosse difficoltà in patria. Inoltre, le due case realizzano prodotti analoghi, di fascia bassa».
In ogni caso, al momento, non c’è alcunché di sicuro: «nel settore non sono esclusi accordi di tutti con tutti. Tanto meno di Fiat con Peugeot, quindi. Anche se, in realtà, ritengo più probabile un accordo con altri. Con un coreano. O un cinese, magari». In tal senso, la Dodge Dart, la nuova compatta presentata al Salone di Detroit, costruita dalla Chrysler su motore Fiat, rappresenta una svolta importante. «Realizzare una vettura che consumasse meno di 40 galloni al miglio ha costituito la terza condizione perché Fiat ottenesse l’ultimo 5 per cento in mano al governo, raggiungendo così la quota del 58,5% di Chrysler. Ebbene: questa nuova vettura sarà costruita anche in Cina. Nello stabilimento di Guanzhou. E, da qui, con ogni probabilità, sarà esportata in Europa con il marchio Fiat». Una notizia che difficilmente sarà digerita dai sindacati italiani. «Tra chi osteggiasse la scelta, si denoterebbe un legame con un concetto di Fiat obsoleto, riferito ad un’azienda che esisteva ancora dieci anni fa, almeno. Quando non era ancora internazionalizzata, e fondava i suoi guadagni non tanto sulle vendite effettive, quanto sulle sovvenzioni statali». Tornando alla questione del partner: «Sappiamo per certo che Fiat sta parlando e trattando con tutti gli operatori in campo. Il problema è quello di scegliere il partner giusto».
Secondo Oppedisano, per essere tale, dovrebbe consentire il perseguimento di due obiettivi: «Primo: Fiat deve aumentare, verso l’alto, la propria gamma. Al momento, sopra i 1500-1600cc, ha ben poco; secondo: il problema di Marchionne, attualmente, è di penetrare nei mercati orientali. In particolare, in quello cinese: E in Russia». Va da sé che il nuovo partner dovrà essere in grado di «aprire la gamma e introdurlo nei mercati emergenti». Un nome? «Dobbiamo ricordare, ad esempio, che Volvo è cinese. Ed ha una gamma di prodotti che potrebbe tornare utile al Lingotto».