«La protesta in corso consiste in realtà in assemblee spontanee, e lunedì i tassisti fuori turno saranno a Roma per avere un incontro con il governo che ascolterà le nostre motivazioni». Alessandro Casotto, presidente di “Ottocinque”, il primo radiotaxi di Milano, commenta in questa intervista per IlSussidiario.net la delicata situazione di questi giorni, in cui i tassisti di tutta Italia stanno protestando vivacemente contro le liberalizzazioni annunciate dal governo Monti. Poco fa, ci dice Casotto, la categoria ha incontrato il Prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi e «sembra che sia andato tutto bene. Mi è stato scritto infatti che dopo l’incontro di ieri con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia oggi i sindacati sono stati ricevuti dal Prefetto che ha assicurato che trasmetterà al governo la nostra richiesta di incontro urgente, condividendo anche le preoccupazioni della categoria. Posso dire inoltre che sono confermate le date del 16 e del 23 gennaio, in cui avranno luogo rispettivamente l’assemblea nazionale a Roma e lo sciopero nazionale».
Presidente, cosa sta succedendo?
Il problema è che davvero non sappiamo cosa accadrà alla categoria, e a mio parere è in corso una forte disinformazione: le licenze dei taxi non sono bloccate e il Comune di qualsiasi città può immetterne di nuove in caso di necessità. Ricordo che due anni e mezzo fa sono state immesse 271 licenze da parte del Comune di Milano e altre 2000 da parte del Comune di Roma, e questo significa che se si ravvede una necessità di incrementare il parco auto, questo avviene tranquillamente. Inoltre non c’è assolutamente bisogno di due licenze, perché abbiamo già la possibilità delle doppie guide e la possibilità di affittare la nostra licenza ad altre persone. Il problema, che ancora in pochi hanno capito, è che non c’è la forza lavoro, e il raddoppio delle licenze di cui tanto si parla praticamente già esiste, ma il fatto è che su 5000 taxi che ci sono a Milano solo un terzo ha la doppia guida, perché di più non è davvero possibile.
Allora secondo lei quali sono gli obiettivi del governo?
Se ci fosse un reale problema nella categoria sarei d’accordo a un incontro e a un eventuale cambiamento, ma se il comparto è già saturo e se le Regioni non hanno evidenziato problemi di servizio, non capisco perché il governo debba intervenire su un settore che funziona, e non invece su settori che hanno davvero bisogno di queste liberalizzazioni. Credo quindi che in questo modo si cerchi solamente di coprire determinate mancanze dei nostri politici, attraverso un governo che sta mettendo le mani sul nostro lavoro e di cui ancora non conosciamo le reali intenzioni. Come se non bastasse, ci fanno apparire agli occhi dei cittadini come una categoria ingrata, che non va incontro a nessuno e che ha tantissimi privilegi, ma non è così. In questi giorni mi stanno chiamando in continuazione tantissime persone che sono letteralmente disperate, perché magari hanno aperto un mutuo pochi mesi fa per pagarsi la licenza e adesso, che hanno appena iniziato, il governo vuole liberalizzare. Queste assemblee spontanee sono nate proprio per questo, perché i tassisti vogliono parlare tra di loro, confrontarsi e capire cosa sta realmente accadendo.
Come pensa che si risolverà la situazione?
Vogliono far credere ai cittadini che la situazione si risolverà attraverso queste liberalizzazioni, ma non è così. Spesso si dice che il tassista è il termometro della situazione generale e del mercato, perché se c’è una situazione di benessere, anche il tassista lavora. In questo momento invece siamo fermi, e basta vedere le prenotazioni al mattino che sono diminuite drasticamente, e questo perché la gente non si muove più. Una manovra del genere che ha di fatto bloccato completamente i consumi non è un bene, e così non andiamo certamente da nessuna parte. Vorrei quindi sapere da qualcuno se il nostro comparto, liberalizzandolo, vedrà un miglioramento del servizio e un abbattimento delle tariffe: io credo che non sarà assolutamente così, perché dove ci sono state liberalizzazioni, è sempre avvenuto un innalzamento delle tariffe e un peggioramento della qualità del servizio offerto. La domanda principale che vorrei porre, da tassista e da cittadino, è proprio questa: cos’è che non funziona del nostro servizio? Per questo chiediamo a gran voce un serio confronto con il governo che dovrà risponderci, ma nel frattempo a Milano il servizio è garantito alle persone con handicap e con difficoltà, la circolazione non è stata bloccata, ma continuano a formarsi assemblee spontanee perché le assicuro che i tassisti sono veramente disperati.
(Claudio Perlini)