La messa in sicurezza del gruppo FonSai attraverso l’aggregazione con Unipol e’ una buona notizia: la pressione delle crisi finanziaria sulle istituzioni bancarie e assicurative ha portato, in questo caso, a una ristrutturazione interna all’Azienda-Italia. Non e’ stato cosi’ per Fiat o per Parmalat; sarebbe problematico se alla fine non fosse cosi per UniCredit, per Telecom. per Popolare di Milano o per utilities ormai grandi come A2A.
Certo non sara’ una passeggiata per il management Unipol risanare le attivita’ Fonsai e integrarle in un grippo più’ grande che deve mantenersi competitivo in un mercato come quello dei servizi di finanza personale. Per ora e’ invece possibile – e forse non inutile registrare alcuni fatti non proprio marginali per i piccoli annali della finanza italiana. Primo; Mediobanca – da oltre un anno al lavoro sul dossier – non e’ riuscita a mantenere la salute aziendale e l’indipendenza finanziaria del gruppo Premafin-FonSai, partner storico di Piazzetta Cuccia. Secondo: dovendo scegliere un partner ha comunque preferito un”alleanza industriale in Italia piuttosto che una vendita di FonSai all’estero (soluzione che forse sarebbe risultata più’ lineare e le offerte (da Groupama a Munich Re – non mancavano). Terzo e non ultimo: Mediobanca non ha avuto timore di consegnare FonSai Tal momento azionista rilevante dell’Istituto e di Rcs) alle “coop rosse”. Una realta’ da tempo emancipata, come testimonia la quotazione in Borsa di Unipol. Ma nessuno dimentica che appena sei anni fa Unipol fu protagonista (con la Bpi di Gianpiero Fiorani) del doppio tentativo di controscalata nazionale ad AntonVeneta e Bnl. Un passaggio Oggi Bnl e’ una banca francese, il riacquisto di AntonVeneta da Abn Amro ha semi-affondato Mps, l’ex leader di Consorte ha conosciuto condanne giudiziare come Fiorani e l’ex governatore Antonio Fazio. Ma Unipol e’ in salute e Mediobanca vi si appoggia per FonSai; a dispetto di tutte le eterne guerre di religione contro tutte le “finanze coop”, contro tutto cio’ che il cosoddetto “mercato” giudica estraneo o nemico. Ma non e” la prima volta che Mediobanca scende a patti con presunti “diversi”: nel 1999 Enrico Cuccia in persona negozio’ con il premier Massimo D’Alema la difesa di Comit e Bancaroma dalle Opa di UniCredit e Sampaolo in cambio dell’appoggio all’Opa di Roberto Colaninno su Telecom. E il “Grande Fratello” nazionale della “madre di tutte le Opa” era Unipol. (G. C.)