C’è anche chi è parecchio ottimista. Ed è convinto che l’ondata di liberalizzazioni (che pur essendo necessarie stanno irritando ogni settore della vita pubblica ed economica) sortirà enormi benefici per una categoria tipicamente penalizzata: la famiglia. Adiconsum sostiene che ci sarà un risparmio di circa 1800 euro al mese. Un bel gruzzolo. Peccato che «il calcolo sia stato fatto su basi del tutto teoriche. Il problema è che quelle misure avranno effetti collaterali e indiretti che porteranno non a quei risparmi, ma a risparmi molti inferiori, a fronte di un aggravio complessivo che, invece, sarà molto elevato», spiega, raggiunto da ilSussidiario.net, Pierpaolo Donati, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia. Tale aggravio deriverà in gran parte da svariate misure contenute nella manovra finanziaria, il cosiddetto decreto salva-Italia. «È noto, ad esempio – continua -, che si determinerà un effetto stangata a causa dell’aumento delle tariffe dell’energia elettrica, dell’Iva, o per l’introduzione dell’Imu». Secondo Donati, nessuno dice che manovre e liberalizzazioni non debbano essere varate. «Il problema è che ancora una volta non si è tenuto in debito conto le ricadute sulle famiglie in quanto tali. Ovvero, considerando il “fattore famiglia”, un indicatore che abbiamo suggerito per il Piano nazionale per la famiglia, ma che il governo non ha ancora adottato».
In sostanza, è qualcosa di analogo al quoziente familiare. «Si tratta di un coefficiente, basato sulle scale di equivalenza. Tra le altre cose, comprende i costi minimi che un nucleo deve sopportare in funzione dei membri che ne fanno parte. Non si può calcolare il loro risparmio, infatti, senza tener conto da quanti componenti è costituito, senza sapere quanti figli o anziani siano a carico. Affinché qualsiasi misura che imponga un esborso sia equa, deve tenere conto della struttura della famiglia nel suo complesso». Cosa ben diversa dai calcoli in base ai quali emergerebbe un risparmio. «Sono stati fatti sugli individui e sulle aggregazioni anagrafiche, senza alcuna considerazione delle strutture familiari; il che può andar bene esclusivamente per i single o per le coppie senza figli. Si tratta di medie virtuali, in pratica, che ricordano tanto il famoso “pollo di Trilussa”. La cosiddetta famiglia media, infatti, è un’astrazione statistica».
Come sempre accade, quindi, «si determinerà ancora una volta una penalizzazione per quelle con più figli». Il che denota un politica miope, anche dal mero punto di vista economico. «Tutto ciò contribuirà inesorabilmente al calo demografico. I figli stanno diventando un lusso che non ci si può permettere. Avremo, quindi, una popolazione con sempre più anziani, senza giovani in grado di rendere il sistema sostenibile. Si determinerà un pericoloso circolo vizioso».