Due notizie positive nell’arco di pochi giorni. Una frequenza che non si riproduceva da molto tempo: venerdì l’asta dei Bot si è rivelata un successo. Oggi, quella dei Btp, pure. La scorsa settimana sono stati collocati 8 miliardi di Bot a tre mesi al tasso dell’1,969%, con una richiesta superiore all’offerta di 1,34 volte. Sono stati, inoltre, venduti 3 miliardi di Bot con scadenza dicembre 2012 a un rendimento del 2,21%. La domanda ammontava 5 miliardi. Oggi, invece, sono stati piazzati tutti i due miliardi di Btp a 10 anni, con rendimenti in calo al 6,08%, dal 6,98% dell’ultima asta di dicembre. In ribasso anche i titoli a 5 anni, il cui rendimento è calato al 5,39% dal precedente 6,47%, mentre ne sono stati collocati 3,57 miliardi contro una richiesta di 4,63. «Non si tratta di un episodio sporadico, ma del frutto di un miglioramento sostanziale. Gli osservatori stanno digerendo il fatto che la politica economica viene gestita in maniera molto seria», spiega, raggiunto da ilSussidiario.net Rocco Corigliano, docente di Economia degli intermediari finanziari nell’Università di Bologna.
I mercati, prevalentemente ragionano in termini psicologici: «Gli andamenti dei rendimenti dipendono dalle loro percezioni. Del resto, non saremmo mai giunti a questo punto se avessero avuto modo di misurare in maniera realistica la situazione economica dell’Italia. Essa, infatti, è decisamente migliore di come viene rappresentata». In ogni caso, nonostante l’impossibilità, in questo campo, di fare previsioni, secondo il professore alcune ipotesi valgono ben più di un semplice auspicio: «l’impegno del governo è ritenuto di giorno in giorno più credibile, il che si riflette sull’abbassamento dei tassi di interesse. Non è escluso, quindi, che si determino effetti simili anche sullo spread. Il trend potrebbe continuare, e il differenziale tra i nostri titoli e quelli tedeschi, tipicamente tra Btp e Bund decennali, potrebbe gradualmente calare». Resta da capire se qualche buona notizia non si possa rivelare anche sul fronte del debito pubblico.
«L’abbassamento del debito sarà legato anche all’andamento della produzione. Purtroppo, quasi tutti concordano sul fatto che il 2012 sarà caratterizzato dalla recessione. Tuttavia, se il governo terrà dritta la barra, non dispererei sul fatto che la situazione, di mese in mese, migliori e che questo determini un’inversione di rotta». Sta di fatto che alcuni dati lasciano la tensione elevata: «Sia nell’asta dei Bot che in quella dei Btp è presumibile che gli investitori stranieri non fossero presenti in gran numero. Ciò significa che ancora oggi considerano il nostro Paese come fortemente a rischio».