Lo spread deve avere un colore particolare. Oppure deve avere una valenza politica differente, a seconda che lo si guardi da “sinistra”, da “destra” o da chi freme per l’ “emergenza nazionale”. Avevamo già avuto occasione di ricordare qualche tempo fa, con una battuta: ma lo spread è di destra o di sinistra ? Il fatto ci è ritornato in mente guardando i quotidiani nazionali di questi giorni.
La Borsa ha avuto rimbalzi che alcuni dicono di carattere tecnico, ma il famoso spread resta incollato ai cinquecento punti, zona decisamente pericolosa, secondo gli analisti di qualche settimana fa, o di qualche mese fa, o di sempre. Eppure non è così. Contrordine ragazzi, si cambia ! Lo spread va bene anche a quota cinquecento e magari a qualche cosina in più. E’ probabile che le feste natalizie abbiano portato una strana euforia nelle redazioni dei grandi giornali italiani.
Abbiamo saputo infatti da “la Repubblica” di ieri, con un titolo sotto l’apertura, che “Le Borse brindano spread a quota 500. Benzina alle stelle”. Ora, si capisce che questo titolo è sbrigativamente riassuntivo. Ma ci si conceda di affermare che non è proprio riuscito bene. Il brindisi delle Borse che aumentano (non di molto) con lo spread a quota 500 era un “classico” berlusconiano del mese di ottobre, quando qualche volta la Borsa rimbalzava, ma i nostri Btp, rispetto ai titoli tedeschi, oscillavano paurosamente tra i quattrocento e i cinquecento punti. Si può dire che il Governo di Silvio Berlusconi, che nessuno vuole rimpiangere, abbia battuto ogni record, ma adesso non ci troviamo proprio nell’acqua di rose.
Eppure, specificamente, sullo spread l’allarme sembra rientrato. E come è possibile se resta sempre intorno a quota cinquecento? Il grande Corriere della Sera è più preciso, ma sostanzialmente sulla stessa linea. Un breve occhiello nel titolo di spalla ammette: “Lo spread cala ma resta sopra i cinquecento”. Ma il titolo sembra un trionfo “Bene i mercati, Milano vola. Migliorano i conti italiani”. L’immagine che offre il giornale di via Solferino sembra quello di un Paese quasi in uscita dalla crisi.



Se migliorano i conti e se “Milano vola” con l’aumento del 2,42 (quello di lunedì) evidentemente lo spread a cinquecento, malgrado il suo calo, deve essere un dettaglio trascurabile. Il fatto è che “trascurabile” lo è diventato adesso, con il nuovo Governo di Mario Monti. Ripetiamo che, senza avere alcuna nostalgia della politica economica (anche in contrasto tra loro) di Berlusconi e Tremonti, lo spread e la sua quota di pericolo restano sempre gli stessi. Ed è sbagliato usare due pesi e due misure, a seconda di chi si trovi a Palazzo Chigi.
Sarebbe forse meglio dire e informare che lo spread, nonostante gli sforzi del Governo e degli italiani (soprattutto), resta a un livello di guardia. Ma saremmo smentiti anche dall’organo della Confindustria, l’indubbiamente autorevole “Il Sole24Ore”, che non fa un titolo originale rispetto ai giornali “confratelli”: “Borse in ripresa, scende lo spread”. E’ un “nerone” in corpo 60. Ci permettiamo solo di segnalare che, a parte la scarsa originalità, si potrebbe essere meno di parte, un po’ più oggettivi, su questo tormentone dello spread.

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