Marchionne, a sorpresa, conferma, almeno in parte, il timore che sindacati e parte del mondo politico vanno manifestando ormai da mesi: ovvero, che tra i piani dell’amministratore delegato della Fiat vi sia quello di traslocare la sede del Lingotto altrove. Intervistato dal Wall Street Journal, infatti, ha detto che la sede unica del gruppo Fiat-Chrysler potrebbe essere, in futuro, Torino ma, al contempo, nulla esclude che divenga Auburn Hills, attuale sede della Chrysler, situata vicino a Detroit. Non solo: il numero uno della casa torinese si è spinto ad affermare che, addirittura, la sede potrebbe essere stabilità dove pochi sanno che Fiat ha un importantissimo polo industriale, ovvero in America Latina: «Siamo molto apprezzati – ha detto – in Brasile». Marchionne ha giustificato le sue affermazioni spiegando che l’attaccamento emozionale al proprio Paese non può determinare le scelte in termini produttivi. Secondo lui, è necessario che il gruppo, una volta che le due sezioni si saranno completamente fuse, abbia un punto di riferimento per la governance che sia uno e uno soltanto. «Nessuno vuole stare senza…», ha aggiunto.



Sia ben chiaro: a chi gli rinfacciasse che così facendo sta tradendo il Paese, ha fatto presente che le cose non stanno così. Per spiegare il suo punto di vista, ha fatto un paragone con una famiglia, dove i ragazzi, una volta cresciuti e diventati grandi, lasciano la propria casa senza che questo significhi che non vogliono più bene ai genitori. «Vuol dire che faranno delle cose e vivranno da soli. Ritengo che per gli affari sia la stessa cosa». In ogni caso, qualunque decisione sarà assunta solamente allorquando sarà stabilita la quota di partecipazione del sindacato Veba all’interno di Chrysler. L’intento di Marchionne, come ha precisato il Wall Street Journal, è quello di acquisire anche tale quota ma fino al 2013 almeno non ci saranno iniziative di questo genere. Il manager italo canadese ha, poi, ribadito quanto affermato ieri rispetto alla successione alla sua leadership. Ha detto, cioè, che fino al 2015 non ha intenzione alcuna di abbandonare il timone della nave. Solo allora si potrà parlare di avvicendamenti, dato che per il 2015 si prevede che la fusione sia giunta a compimento.



In ogni caso, sembra che si tratterà con ogni probabilità di una personalità interna all’azienda. La sfida più imminente, nel frattempo, è quella relativa alla presentazione al Motor Show di Detroit della Dodge Dart, la prima auto Crhysler realizzata su macchina Fiat. Si tratta di una berlina compatta, un campo nel quale la casa di Detroit non è mai riuscita a sfondare. 

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