Il premio Nobel per l’economia alla fine è andato ad Alvin Roth e LLoyd Shapley. Roth, classe 1951, economista, insegna all’Università di Harvard. Shapley, classe 1923, è invece un matematico ed economista, professore emerito all’Università di Los Angeles. Entrambi son noti per aver studiato a fondo nel corso delle rispettive carriere la teoria dei giochi e le sue possibili applicazioni in campo economico sperimentale. Hanno elaborato diversi modelli economici sull’incontro tra domanda e offerta, applicati a casi come la ricerca delle facoltà da parte degli studenti o la disponibilità di organi da trapianto per i pazienti che li cercano. Per scoprire qualcosa di più su Roth e Shapley abbiamo intervistato Giuseppe Pennisi, docente di economia internazionale all’Università Europea di Roma, che conosce i lavori e gli studi dei due professori americani.



Il Nobel è stato assegnato a Roth e Shapley “per la teoria delle allocazioni stabili e la pratica del design dei mercati”. Con cosa ha a che fare questa teoria?

Per fare un esempio che può interessare ai nostri lettori, uno degli articoli fondamentali di Shapley, che è riconosciuto come uno degli esponenti di punta della teoria dei giochi, riguarda la nozione di “coppia”, tema che poi è stato sviluppato anche da Roth.



La nozione di “coppia”… che sarebbe?

I due hanno studiato quali sono le condizioni matematiche per cui una coppia resta fedele nell’ambito di un legame stabile come può essere il matrimonio. Ma la teoria di Roth e Shapley ha altre immense applicazioni pratiche.

Ci parli ancora della loro teoria.

È uno sviluppo della teoria dei giochi ma legata all’ingegneria – entrambi hanno infatti un background ingegneristico – e con un filone nuovo delle scienze economiche che si chiama neuroeconomia e che studia come la psicologia reagisce ai segnali economici e come anche li crea.



Qual è il merito dei loro lavori?

Non sono lavori recentissimi, ma hanno il merito di avere aperto un campo, in inglese si dice “they broke a new ground”, di avere aperto una strada nuova, insomma.

Torniamo al discorso delle coppie. In pratica i due hanno osservato l’esistenza di correlazioni tra alcuni particolari fattori e la stabilità/durata di un matrimonio, giusto?

Non parlerei di semplice correlazione. Quello potremmo osservarlo anche io e lei. C’è piuttosto un modello che si basa su un algoritmo vero e proprio e che viene applicato a un vasto campione di coppie americane in un lungo periodo di tempo.

E lei ci crede?

È lecito essere scettici e perplessi di fronte a cose di questa natura, ma aver aperto un ponte tra teoria dei giochi, neuroeconomia e ingegneria credo che sia una cosa importante.

Ed è per questo che hanno vinto il Nobel?

Questo è il motivo forte per cui gli è stato assegnato il Nobel in economia.

In quali ambiti potrebbero esserci risvolti pratici?

I loro sono studi di microeconomia, i due hanno osservato il comportamento di agenti microeconomici e non macro. Hanno cioè studiato il funzionamento di un mercato singolo, come può essere il mercato di una città, per esempio, e i comportamenti degli attori al suo interno, come interagiscono tra di loro. In questo senso potrebbero esserci risvolti pratici.

Sono scoperte che possono essere utili anche per la macroeconomia?

Non credo che nè Shapley ,nè Roth se ne siano mai veramente occupati, ma i loro studi potrebbero essere utili a stabilire quali sono le condizioni per cui un mercato possa funzionare.

 

(Matteo Rigamonti)