Uno stopper per Draghi. I tedeschi, si sa, vorrebbero che l’Europa fosse tutta a loro immagine e somiglianza. D’altra parte come dare torto a Berlino? La Germania ha prodotto il modello economico oggi vincente ed è normale che si domandi perché mai tutti gli altri paesi soci dell’Ue non seguano il suo illuminato esempio. Questo vale un po’ in tutti i settori, specie in quello della moneta. La nomina di Mario Draghi ai vertici della Banca centrale europea (Bce), per esempio, non è mai stata digerita del tutto dai tedeschi che in ogni maniera hanno sempre cercato di interferire nelle sue scelte (basti pensare al travagliato avvio del Fondo salva-stati). L’ultima mossa è di ieri: il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaüble, vorrebbe creare un sorta di superministro che si occupi dell’euro e ne parlerà al vertice dei capi di Stato e di governo che si terrà domani a Bruxelles. Ufficialmente si tratta di una proposta per rafforzare la moneta unica, dandole una specie di body guard che la protegga lungo il suo difficile cammino. In realtà, siccome il ruolo di tutore dell’euro appartiene appunto alla Bce, si tratta di un disegno che mira nella direzione opposta: creare un’istituzione che possa togliere spazio a Draghi. È un’idea che incontrerà molte opposizioni.



Voli clandestini. Veniamo informati da uno studio di un’associazione privata, Aeroporti italiani, che dei 45 voli continentali che partono ogni giorno dallo scalo milanese di Linate, solo 16 sono in regola, gli altri 39 avvengono aggirando i regolamenti. I vertici della Sea, società proprietaria degli aeroporti milanesi in via di quotazione in Borsa, ne sono informati? Sanno che stanno per offrire sul mercato un aeroporto che non è capace di far rispettare le regole? E che cosa intendono fare? Delle due una: o dichiarano che lo studio di Aeroporti italiani è una bufala, o intervengono perché da Linate ci siano solo (solo) decolli regolari.



La bontà del Corriere. L’assemblea degli azionisti della RcsMediagroup (la casa editrice del Corriere della Sera) non ha preso decisioni strategiche. Ci si aspettava un aumento di capitale, viste le difficili condizioni finanziarie del gruppo, ma non è stato deliberato: tutto è stato rinviato al tanto atteso piano industriale che il nuovo amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, presenterà in dicembre. Così anche la partita fra gli azionisti è stata rimandata. È stata invece approvata una buonuscita di circa 3,4 milioni di euro per Antonello Perricone, l’ex amministratore delegato. Perricone ha guidato Rcs dal 2006 al 2012 e la sua gestione, pur tenendo conto delle difficoltà del settore e usando un eufemismo, non è stata un successo. Quello deciso dall’assemblea non è stato quindi un premio al merito, ma un atto di bontà, uno dei tanti nella storia di quel gruppo verso amministratori in uscita. La cosa, ovviamente, non farà molto piacere ai piccoli azionisti di Rcs. Ma i piccoli azionisti sono stati sempre considerati un dettaglio trascurabile.



Modello Marchionne. Altro mese nero per la Fiat di Sergio Marchionne: il mercato dell’auto in Europa è calato dell’11%, ma la perdita del Lingotto è stata del 18,5%. Nei primi nove mesi 2012 la quota di mercato della casa torinese in Europa si è ridotta al 6,4%, dal 7,2% dei primi nove mesi 2011. Di fronte a dati simili (che si ripetono ormai come una cantilena) non sarà bene che il capo della Fiat riveda il suo modello? Lui sostiene che non ha senso lanciare nuove auto quando le vendite sono in calo. Ma i suoi concorrenti lo fanno e gli portano via quote di mercato giorno dopo giorno. Dopo Galileo (malgrado abbia avuto qualche problemino con la Chiesa) quando un principio è contraddetto da riscontri oggettivi, lo si rimette in discussione.

 

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