Il presidente del Consiglio, Mario Monti, si è detto disponibile ad accogliere le proposte dei partiti per rivedere il Ddl di Stabilità, purché ciò avvenga a “saldi invariati”. Inoltre, tra capigruppo e ministri dovrà avvenire un “confronto”. Per il premier, la combinazione trovata per Irpef e Iva “è la migliore” e non esistono quindi “evidenti motivi che mi facciano ritenere che dal punto di vista degli effetti distributivi e macro, altre combinazioni sarebbero state superiori”. Ilsussidiario.net ha intervistato Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma.



Professor Becchetti, dove sarebbe più opportuno agire per rivedere il Ddl di Stabilità a “saldi invariati”?

La mia proposta è quella di utilizzare il rapporto Giavazzi, traendo delle risorse dalla trasformazione delle agevolazioni in credito d’imposta. L’economista aveva individuato dei possibili risparmi, con i quali si possono eliminare i problemi di tasse retroattive, che sono state inserite in questa manovra. Giavazzi era stato chiamato come esperto e ha suggerito di tagliare le agevolazioni, che spesso finanziano investimenti che poi non sono redditizi, in quanto sono attuati solo per ottenere le agevolazioni stesse. Andrebbero invece trasformate in crediti d’imposta, cioè in riduzioni delle tasse nel caso in cui le imprese decidano di compiere determinati investimenti.



Quali tasse alle imprese andrebbero tagliate in particolar modo?

L’Irap è una tassa molto negativa, in quanto è stata pensata per perseguire un altro obiettivo, quello cioè di lottare contro l’evasione fiscale. Un’impresa che non ha utili o ha utili bassi, ma ha molti occupati, paga comunque una tassa significativa. E’ un’imposta finalizzata a punire le imprese che occultano utili, ma che rappresenta un penso molto forte in momenti di recessione, nei quali magari un’impresa non va bene ma ha una quantità di personale molto elevato. L’Irap andrebbe quindi progressivamente ridotta, perché rappresenta un danno per la competitività delle aziende.



Nel 2010 Berlusconi propose di tagliare l’Irap ma poi non lo fece. Perché è cosi difficile ridurre una tassa iniqua?

Il problema è sempre lo stesso: il saldo del bilancio pubblico, il fatto di tenere conto dei vincoli internazionali. Un parziale beneficio conseguito al rigore nei conti pubblici è stato del resto il fatto che lo spread ha raggiunto quota 300. Ciò si traduce in minori oneri del debito pubblico, tassi sui prestiti più bassi, un risparmio che può arrivare fino a 2 o 3 miliardi di euro l’anno di minori interessi pagati sul debito. Tutti dicono che bisogna tagliare le tasse, il problema è trovare le risorse per farlo.

 

Esiste anche un problema di equità nel modo in cui le tasse sono distribuite?

 

Esiste un problema di equità ma anche di efficacia, per il modo in cui le tasse possono tarpare o meno la domanda interna. Le tasse devono essere progressive, perché più si penalizzano i ceti medio-bassi e più si deprimono i consumi e la domanda. Per esempio le imposte di bollo per il deposito titoli sono tasse fortemente regressive, nel senso che sono tasse fisse e quindi danneggiano anche chi ha piccoli depositi o fondi in banca.

 

Quali altri aspetti della tassazione del governo Monti ritiene che vadano rivisti?

 

Una cosa che ritengo molto negativa è l’aumento dell’Iva sulle cooperative sociali dal 4 al 10%. La cooperazione sociale sta svolgendo un ruolo fondamentale di welfare sussidiario, con lo Stato che si ritira sempre di più. Significa non riconoscere l’importanza di questa parte dell’economia, che tra l’altro conta sempre di più sul Pil e che svolge un servizio fondamentale. Anche perché in proporzione le cooperative sociali sono state penalizzate più di altre categorie o soggetti. Non tenere conto di questo è stato sbagliato.

 

Qual è in particolare il ruolo delle cooperative sociali nel mondo del non profit?

 

Il non profit è un mondo variegato in quanto al suo interno ci sono le cooperative sociali di tipo A e B, le onlus, le associazioni riconosciute o non riconosciute. Le cooperative sociali di tipo A e B sono sul mercato perché producono servizi in settori come la sanità e l’assistenza. All’interno del welfare hanno un ruolo particolare e molto importante.

 

Anche i disabili andrebbero aiutati di più?

 

Sì. Purtroppo il governo Monti ha ridotto le detrazioni per gli accompagnatori dei disabili. Il problema da un lato è combattere gli abusi, ma ciò non deve avvenire togliendo le risorse per chi invece ha bisogno.

 

(Pietro Vernizzi)