Parenti tormenti. È proprio così, come recita il vecchio adagio popolare: i familiari possono spesso diventare fonti di grattacapi. Come sta capitando adesso al ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in passato Prefetto in varie città (ricordarsi di chiamarla signor prefetto, come vuole quello là di Napoli) e amica di Salvatore Ligresti e della sua famiglia. In breve, è successo che il figliolo del ministro, Piergiorgio Peluso, era stato chiamato come direttore generale alla Fonsai quando ancora vi comandava il costruttore siciliano che recentemente, oberato dai debiti, ha dovuto passare la mano a Unipol. Il giovane e dinamico Peluso si è subito reso conto che nella compagnia di assicurazione qualcosa non andava per il verso giusto e nel giro di pochi mesi si è dimesso. Prima però è riuscito a farsi firmare un contratto con un’interessante clausola di buonuscita. Clausola che gli permette oggi di incassare 3,6 milioni di euro. Tutto regolare, per carità, ma un po’ imbarazzante per la famiglia di un membro del governo che sta tagliando tutto a tutti. Intanto, tranquillizzatevi, Piergiorgio non è rimasto a spasso, ma è diventato da pochi giorni direttore finanziario di Telecom Italia guidata da Franco Bernabè. Grazie mamma. Grazie Franco.
Movimenti Rcs. Qualcosa si sta muovendo in casa Rcs-Corriere della Sera. Il finanziere Alessandro Proto ha annunciato di essere arrivato al 3,4% del capitale della prima casa editrice e di voler salire ancora. A proposito dell’offerta che ha avanzato alla famiglia Benetton di rilevare la sua quota, diventando così uno dei principali azionisti, ha detto: “Non ho ricevuto risposta, ma di solito che tace acconsente”. Vedremo. Chi guarda con qualche preoccupazione a queste (finora) piccole manovre è Diego Della Valle che non ha mai nascosto di voler contare molto di più in via Solferino e di essere disposto a investire nell’impresa quanto occorre. La comparsa di Proto sulla scena gli complica i giochi e rischia di sbarrargli la strada.
Tarantola non morde. La Rai ha deciso di sospendere il giornalista del Tgr piemontese, Giampiero Amandola, che nella cronaca ai margini della partita Juve-Napoli ha detto che i tifosi partenopei si riconoscono dalla puzza. Personalmente avevo accolto con viva soddisfazione la nomina di Anna Maria Tarantola alla presidenza Rai: è una persona intelligente, fuori dai giochi di potere dominanti in quell’azienda, dotata di tenacia e coraggio, come ha dimostrato nella sua lunga carriera alla Banca d’Italia. Non poteva far ricorso a un po’ di quel coraggio e licenziare Amandola per la schifezza che ha detto? Dopo la sospensione, riprenderà il servizio, e il canone dei cittadini servirà per pagare lo stipendio a una persona così spregevole. Non lo si poteva evitare?
Rifare i compiti. Brutto inciampo per il governo di Mario Monti questa vicenda della legge di stabilità. Lui ha detto che la misura era indispensabile perché parte di quei compiti a casa che l’Europa ha assegnato all’Italia. Ma visto l’atteggiamento dei partiti, che gli hanno detto chiaro e tondo di rivedere integralmente il testo, questa volta i compiti a casa deve rifarli lui.
Giovanna blu. Quando Giovanna Melandri prenderà possesso della poltrona di presidente del Museo Maxxi di Roma, immeritatamente ottenuta, avrà diritto all’auto blu?