Hanno preso il via ieri mattina gli incontri tra Mario Monti e i leader di partito della maggioranza per verificare la possibilità di apportare delle modifiche e far approvare in tempi rapidi la Legge di stabilità. Il primo a salire a Palazzo Chigi è stato il vicesegretario del Pd Enrico Letta, il quale si è detto fiducioso che “la discussione in Parlamento possa migliorare la legge”, mentre poche ore dopo è arrivato il momento di Pier Ferdinando Casini. Al termine dell’incontro il leader Udc ha fatto sapere di  aver proposto al governo di cancellare il taglio Irpef al fine di potenziare le detrazioni a favore delle famiglie numerose, congelare l’aumento di un punto dell’Iva in attesa di chiarire quali voci della spesa tagliare e alleggerire l’Imu sulla casa per determinate categorie. Oggi il premier incontrerà invece Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, il quale ha recentemente definito la retroattività del taglio alle detrazioni “una violazione del patto tra Stato e cittadini, un tradimento che noi impediremo”. Ilsussidiario.net ha raggiunto il relatore alla Camera della Legge di stabilità, Pier Paolo Baretta (Pd), secondo cui tra i vari schieramenti «c’è attualmente un un’assoluta convergenza sul fatto che è necessario attuare delle modifiche».



E’ comunque un buon inizio…

Il fatto che tutte le posizioni in campo sostengano la necessità di cambiare questa legge è certamente un punto di partenza importante dal punto di vista politico. Lo stesso governo non ha nascosto la disponibilità, sia politica che sostanziale, di un intervento a parità di saldi.

Una convergenza che potrà evitare rallentamenti nell’iter di approvazione della legge.



Certo, in questo modo si potrà attenuare quel conflitto che altrimenti si andrebbe a creare a fronte di un testo che, così com’è, non va assolutamente bene. Capisco che dal punto di vista del governo vi sia la preoccupazione di tenere sotto controllo i conti, ma, come abbiamo detto noi stessi, questa non è la vecchia Finanziaria ma la legge di stabilità, quindi non abbiamo intenzione di stravolgere il quadro complessivo. Però, ovviamente, all’interno di questo è necessario riequilibrare pesi e misure.   

Per fare dei cambiamenti, mantenendo i saldi invariati, potrebbero servire nuove risorse.



Il sottosegretario all’Economia Polillo ha fatto sapere che se proseguirà il calo dello spread e se riusciremo a spendere meno per interessi si potrà intervenire sull’Iva. Aggiungo inoltre il dossier elaborato da Giavazzi che andrà esaminato e, se permetterà realmente di reperire risorse, potrà essere introdotto per arricchire ulteriormente il piatto.

In questi giorni i partiti hanno espresso diverse critiche: su quali punti potranno maggiormente trovare una posizione comune?

Innanzitutto è necessario che vi sia uno schema di maggioranza, perché la legge può essere cambiata solo se c’è un accordo di questo tipo e non se ogni partito si mette a rincorrere un aspetto diverso. La mia impressione è che la questione prioritaria sia quella riguardante le detrazioni, quindi il tetto, la franchigia e la retroattività, perché è quella che tocca prevalentemente le famiglie e i redditi medio-bassi.

Per quanto riguarda invece gli interventi sulla scuola?

Credo che il governo abbia commesso un errore a inserire una norma a chiaro carattere ordinamentale, visto che ridefinisce l’orario scolastico dei professori, e che francamente non c’entra molto con la legge di stabilità. Si tratterà quindi di capire in che misura il governo accetterà di affrontare questo problema dal punto di vista di una riforma e non di emergenza finanziaria.

C’è poi il capitolo esodati…

Si tratta indubbiamente di un impegno che va affrontato al più presto. L’idea del fondo lanciata da Grilli sembra buona, ma è necessario corroborarlo con le risorse necessarie almeno per il periodo di competenza della legge. Sono questi gli aspetti principali su cui va trovata la quadratura della maggioranza e credo che vi siano le condizioni per farlo.

 

Su quali punti il governo potrà cedere maggiormente?

 

Con il governo dovremmo convenire preliminarmente su due aspetti, vale a dire quali sono le risorse disponibili e le voci da evidenziare per il cambiamento. Una volta superati questi ostacoli la discussione, seppur complicata, potrà essere senza dubbio chiarificatrice. Quello delle detrazioni, come ha già detto Grilli, è un problema di risorse e non di principio. Riguardo la scuola, invece, sarà importante prendere l’impegno affinché il tema non venga abbandonato ma affrontato in una sede più adeguata. Probabilmente l’aspetto più delicato resta quello riguardante Iva e Irpef che ha risvolti evidentemente anche di carattere politico, visto che fino a un’ora prima del Consiglio dei ministri non era neanche prevista una riduzione delle tasse.

 

Tra discussioni ed eventuali modifiche che tempi prevede?

 

Abbiamo stabilito come termine per gli emendamenti il mercoledì della prossima settimana, quindi questa è in qualche modo una settimana chiave. Si inizia domani (oggi, ndr) con le prime audizioni con le Parti sociali e tutti i soggetti interessati, mentre già da quando verranno presentati gli emendamenti si potrà ben capire qual è l’itinerario che intendiamo seguire in maniera netta.

 

Crede che la discussione riguardo la legge di stabilità possa modificare in qualche modo gli equilibri politici?

 

Arrivati ormai quasi al termine della legislatura, credo che nessuno voglia complicare la vita al governo, impegnato a portare la legge a compimento, e alla politica che invece deve prepararsi alla campagna elettorale. Se sia partiti che governo convergeranno su questo punto, credo che la convenienza sia per tutti: il governo che potrebbe portare a termine l’ultimo atto rilevante della sua legislatura senza particolari problemi; le forze politiche che invece presenterebbero un quadro di miglioramento sul quale vi è attualmente una grande attenzione da parte di tutto il Paese.

 

(Claudio Perlini)