Giorgio Napolitano si raccomanda che gli italiani, quando andranno a votare il prossimo aprile, diano prova di responsabilità, tenendo conto dell’esperienza del Governo Monti. Lo ha detto ieri parlando in conferenza stampa alla conclusione della sua visita ufficiale in Olanda. Gli ha risposto in maniera indiretta lo stesso Monti che, parlando a Palazzo Chigi in un incontro con la stampa, si è raccomandato a sua volta che qualunque governo esca fuori dalle urne tenga conto degli impegni presi con l’Europa. Secondo Claudio Borghi Aquilini, professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università Cattolica di Milano, contattato da ilsussidiario.net, c’è poco da raccomandarsi: «Cosa ci sia da gioire nell’aver portato l’Italia in questa situazione di peggior recessione planetaria, io non lo so». Per Borghi Aquilini la ricetta per uscire da questa situazione è qualcosa che sostiene da tempo: «Uscire dall’euro. Non sono il solo a pensarlo, lo pensano economisti di molti Paesi e anche il 30%, forse il 35% degli italiani».
Napolitano ha ricordato ieri in Olanda che l’Italia non ha mai chiesto soldi all’Ue e non lo farà in futuro.
Ha fatto bene a dirlo, perché nell’opinione pubblica di paesi come Olanda e Germania passa l’idea che loro stanno pagando per noi. Invece è vero il contrario.
In che senso il contrario?
Siamo noi che stiamo pagando per loro. Dato che partecipiamo ai fondi di salvataggio di Grecia e Spagna e dato che le banche che avevano prestato soldi a Grecia e Spagna sono le loro, cioè di paesi come la Germania, oggi garantiamo a queste banche di poter rientrare dei loro crediti.
La verità qual è allora?
La verità è che allo stato attuale noi stiamo pagando per la Germania. Il Capo dello Stato avrebbe dovuto ribadirlo e ricordare anche che la moneta unica favorisce Germania e Olanda e sfavorisce l’Italia dal punto di vista delle esportazioni.
E questa secondo lei è la politica economica da seguire?
Personalmente avrei adottato tutto un altro approccio: non mi sarei neanche messo in condizioni di chiedere aiuto, sarei immediatamente uscito da questa trappola che è la moneta unica.
Ma il percorso intrapreso, invece? Ci fa uscire dalla crisi o no?
Al momento la verità è che molto probabilmente prima o poi arriveremo anche noi a chiedere degli aiuti. Si tratterebbe di una sorta di commissionariamento forzato da parte dell’Europa di Stati che ancora mantenevano una certa indipendenza. Va però detto che qui in Italia abbiamo un buon esecutore di questi ordini europei.
Chi?
Il governo. Non ci sarebbe stata gran differenza tra chiedere aiuto o no, tanto ci stanno già facendo fare quello che vogliono loro.
Napolitano ha anche difeso in modo vigoroso il sistema creditizio italiano, dicendo che è solido e che la Banca d’Italia ha ben vigilato.
Attenzione: di sicuro il nostro sistema bancario non ha finanziato in maniera imprudente il debito privato come successo in Spagna, non ci sono state bolle immobiliari o simili. Il nostro sistema bancario ha invece finanziato e molto il debito pubblico. Buona parte delle emissioni di Stato sono state comprate dalle banche. Diciamo che in condizioni normali, quando il debito pubblico era considerato privo di rischio, tutto questo non avrebbe creato problemi. Ora invece siamo in una situazione in cui il debito pubblico italiano è diventato rischioso. E nel momento stesso in cui lo spread sale il reparto bancario soffre.
Sia Monti che Napolitano si sono raccomandati di non abbandonare il percorso intrapreso con l’Unione europea.
Son capaci di tutto. Vedere un Capo dello Stato che si augura vengano mantenute determinate politiche lo vivo con estremo fastidio. Il fatto è che, dato il ruolo di garante che ricopre, non dovrebbe dire quali politiche sono buone e quali cattive.
Ha anche detto agli italiani di tenere conto dell’esperienza Monti.
Io dico soltanto che questo governo ci ha portato in uno stato di recessione, la più grave al mondo, fatta salva la Grecia che è un caso a parte. La gente crede che tutto il mondo sia in recessione, ma non è così. La crescita dell’Europa è piatta, i dati del Fmi parlano chiaro: l’Italia è ultima al mondo.
Lei che politica economica seguirebbe invece?
La mia ricetta è chiara bisogna uscire dall’euro. È una posizione abbastanza diffusa fra la gente, a seconda dei sondaggi fino al 30-35%. Purtroppo è una posizione largamente sotto rappresentata dal punto di vista politico. Dal punto di vista economico non sono un pazzo a dire questo, lo dicono fior di economisti al mondo e anche premi Nobel che in modo documentato chiariscono l’insostenibilità della situazione attuale, eppure sembra si stia parlando di un tabù.
Immagino che vedrà negativamente anche la legge di stabilità.
La vedo negativamente, ma non tanto perché chiede un prelievo oneroso, ma perché contribuisce a quella confusione legislativa che ci ha bloccato. La notizia che hanno tentato di allargare la platea degli esodati con un prelievo dei redditi alti è la rappresentazione plastica di perché non andiamo da nessuna parte. Se fossi un fortunato possessore di reddito medio-alto andrei subito all’estero.