80,737 miliardi di euro. E’ questa la cifra dei tagli proposti dal presidente permanente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy nella stesura della bozza di bilancio Ue nel periodo 2014-2020. La proposta della Commissione differiva da quella di Van Rompuy e prevedeva tagli per 1.091,5 miliardi mentre la presidenza cipriota ne aveva chiesti 50. La bozza del presidente passerò ora al vaglio dei Governi degli Stati membri, l’Europarlamento e la Commissione europea. Nel dettaglio, la proposta di Van Rompuy che intende andare incontro a quei paesi, come la Germania che avevano chiesto drastici tagli al budget europeo, prevede sforbiciate per 29,499 miliardi di euro nel settore dei fondi strutturali e delle regioni, 25 e mezzo per il capitolo agricoltura: nello specifico, il nostro Paese rischia di non incassare 4 miliardi e mezzo in questo settore, 2 miliardi e mezzo che spettavano ai produttori e 2 miliardi per lo sviluppo rurale. Proprio ieri, Mario Monti aveva incontrato nella Capitale il primo ministro britannico, David Cameron e aveva accennato di un’Italia a sostegno di un budget orientato al futuro “Ma siamo meno convinti- aveva detto l’inquilino di Palazzo Chigi- di una consistente riduzione di bilancio Ue, proprio in un’ottica di efficienza”. Il taglio dei fondi europei per le aree più arretrate dell’Unione è sintomo di un orientamento verso la posizione tedesca che intende apporre tagli per 130 milioni di euro e quella britannica che minaccia di porre il veto se non verranno risparmiati 200 milioni. Non a caso, durante l’incontro con Monti, Cameron ha asserito che “l’Europa deve farcela con i propri mezzi”. Nella bozza di Van Rompuy è inserita anche la proposta di rimpinguare le casse Ue con i due terzi dei proventi della tassa sulle transazioni finanziare, la Tobin Tax, ipotesi che rischia di scontentare quanti pensavano di trattenere l’intera tassa. Proprio ieri in sede Ecofin il ministro delle finanze olandese, Jeroen Dijsselbloem, ha posto un sì condizionato alla partecipazione dei Paesi Bassi al progetto di tobin tax: una delle condizioni e’ proprio quella di non destinare all’Ue i ricavi derivanti dalla tassa.
La Tobin tax trova anche l’opposizione della Gran Bretagna. L’Italia per bocca dell’ambasciatore presso l’Unione Europea, Ferdinando Nelli Feroci, parla di “un passo indietro che invece di avvicinar le posizioni, le allontana”. E puntualizza che la proposta di Van Rompuy “non è un contributo positivo ad un compromesso nel quale tutti possano riconoscersi” e- aggiunge Nelli Feroci- “che sarà valutata al massimo livello politico”. Per l’ambasciatore, i punti critici sono “la riduzione della considerazione del fattore di prosperità nazionale per l’allocazione delle risorse da destinare alle regioni più povere”.