Martedì prossimo l’Agenzia delle entrate presenterà il cosiddetto “Redditest”, un nuovo software con cui il contribuente potrà effettuare una sorta di autovalutazione rispetto ai propri redditi, di fatto verificando la coerenza tra il reddito prodotto e le spese sostenute nel corso dell’anno. Il funzionamento del nuovo Redditest è piuttosto semplice: la verifica avviene sulla base delle spese più significative e facilmente individuabili. L’Agenzia delle entrate ha individuato a tal fine un centinaio di voci di spesa, racchiuse in sette diverse macrocategorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, investimenti immobiliari e mobiliari netti e altre spese significative. In questo modo sarà dunque possibile misurare se vi è coerenza tra le spese sostenute e il reddito prodotto. Il Redditest potrà essere compilato in forma anonima e si pone l’obiettivo di chiarire la situazione al contribuente ed eventualmente indurre contromisure o modifiche del comportamento riguardo le spese. Una volta incrociati i diversi dati, il Redditest comunicherà molto chiaramente l’eventuale coerenza tra spese sostenute e reddito, attraverso un segnale verde (positivo) e uno rosso (negativo). E’ la stessa Agenzia delle entrate a far sapere che “superata la fase di sperimentazione, il nuovo redditometro, oltre a supportare l’attività di accertamento dell’Agenzia delle Entrate aiutandola a potenziare l’analisi del rischio di evasione, rappresenterà soprattutto uno strumento di compliance a disposizione dei contribuenti, attraverso il quale sarà possibile valutare autonomamente il grado di coerenza tra le spese effettuate e il reddito dichiarato”. Anche il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera, durante l’ultima audizione davanti alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, ha spiegato che il Redditest è nato proprio per favorire la conformità dei redditi dei contribuenti, “utilizzando il modello di analisi e valorizzazione elaborato in collaborazione con la Sose, la società per gli studi di settore”. 



Il cosiddetto “software di autodiagnosi” potrà dunque essere facilmente scaricato da ogni contribuente sul proprio computer: riguardo eventuali preoccupazioni sulla privacy, Befera ha fatto anche sapere che i dati inseriti rimarranno “noti solo al contribuente e non ne rimane alcuna traccia sul web”.  

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