Sul fronte della lotta alla finanza speculativa pare che Hollande stia mantenendo le promesse. Se una proposta di legge del ministro delle Finanza, Pierre Moscovici, vedrà la luce, le banche tradizionali saranno costrette a ridimensionare notevolmente le proprie attività eterodosse. A partire dal trading ad alta frequenza. Le banche che intendono avvalersi di queste operazioni dovranno affidarle a filiali ipercontrollate e prive delle garanzie statali. Sergio Bianchi, professore di Metodi Matematici dell’Economia presso l’Università degli Studi di Cassino spiega a ilSussidiario.net che effetti produrrebbe l’iniziativa. A partire dai connotati della pratica finanziaria che la Francia sta cercando di isolare. «Il trading ad alta frequenza – afferma – è una pratica ad appannaggio di istituzioni e operatori finanziari che dispongono di un’elevata capacità tecnologica. Sono necessari calcolatori in grado di processare milioni di operazioni al secondo e che riescano in maniera pressoché istantanea a chiudere su prezzi che derivano da microinefficienze del mercato. Tali calcoli sono in grado, in pochi millesimi di secondi, di produrre un ordine che viene processato via via che il prezzo viene raggiunto». L’operazione, nonostante le apparenze, è del tutto legittima. Non soltanto dal punto di vista legale. «L’istantaneità dell’operazione fa sì che il prezzo fissato venga ripulito in ogni istante dalle inefficienze del mercato, come accade, ad esempio, quando lo stesso prodotto viene battuto con due prezzi differenti». E’ presumibile, quindi, secondo il professore, che la ragione di base di questo intervento risieda nel fatto che le banche, negli ultimi anni, hanno assunto sempre più caratteristiche speculative, anche quelle che non avrebbero dovuto assumerle. «Il trading ad alta frequenza, infatti, è un’attività tipica della speculazione; o, quantomeno, è un’attività intensissima sul mercato effettuata anche con l’utilizzo di grandi somme. L’intervallo in cui si opera, infatti, è estremamente ridotto e per ottenere un guadagno apprezzabile è necessario investire importi elevati. Il che, aumenta la volatilità del mercato. Laddove queste operazioni vengono effettuate da banche il cui obiettivo primario consista nella tutela del risparmio e in investimenti a basso rischio, siamo in presenza di distorsioni».
In tal senso, è necessario ripristinare la distinzione esistente sino a diversi anni fa: «Quella tra banche che hanno nella loro ragione sociale la tutela del risparmio raccolto attraverso la clientela ordinaria (banche commerciali, casse di risparmio e istituti del credito cooperativo) e banche d’affari, che operano anche secondo una logica speculativa, esponendosi anche su prodotti ad alto rischio. E’ auspicabile che tale distinzione venga affermata sia a livello europeo che mondiale».
(Paolo Nessi)