“La pozione è amara, ma è per il bene del Paese”. A dirlo è il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel corso di un’intervista recentemente rilasciata al quotidiano francese Les Echos. Le riforme strutturali “devono continuare”, spiega il premier, secondo cui “i popoli sono in realtà più maturi di ciò che pensano i politici”. In ogni caso, aggiunge, “gli italiani, che si dice siano ingovernabili, esprimono una richiesta di buon governo, come avevano già fatto sotto ai governi di Amato e Prodi”. Monti si dice inoltre “fiero di aver fatto lavorare, non di concerto, ma in modo convergente, i tre partiti politici che compongono la nostra maggioranza”. Questi stessi schieramenti “prima non si parlavano o lasciavano il posto alle invettive”, ma “per ottenere l’avvallo del Parlamento abbiamo dovuto vincere le difficoltà, trovare un equilibrio. Abbiamo dovuto sia far valere la continuità con il governo Berlusconi, sia fare il contrario”. Forse tutto ciò, ha poi spiegato, “è stato facilitato dalla nostra credibilità tecnica, ma l’esercizio resta politico. Abbiamo dovuto improvvisare nell’arte politica. Stessa cosa per far accettare le misure dall’opinione pubblica: siamo dovuti essere molto pedagoghi, attenti, e dar prova di impegno politico”. Proprio a proposito di Berlusconi, Monti dice che “aveva assunto un impegno molto ambizioso”: infatti, “sotto la pressione del G20 e dei mercati il mio predecessore aveva accettato di anticipare l’obiettivo del pareggio di bilancio dal 2014 al 2013. E’ stato molto ambizioso”. Tuttavia – ha aggiunto – il mio governo non e’ tornato indietro”. Dopo aver analizzato diversi aspetti della politica interna, il presidente del Consiglio torna ad affrontare i temi europei: alla domanda se le regole di Bruxelles su disciplina e rigore non dessero una cattiva immagine dell’Europa, Monti si dice convinto che tali regole “non sono assurde. E sono state decise dai capi di Stato e di governo dell’Unione. E’ per questo che ho sempre trovato onorevole non usare l’argomento: “è difficile, ma è la Commissione di Bruxelles che lo chiede”. Ho sempre cercato di spiegare che la pozione è certamente amara, ma deve essere somministrata per il bene del Paese e delle generazioni future”.
In caso contrario, ha poi avvertito, “avveleniamo lo spirito europeo”. Un’Europa che funzione, conclude poi Monti, significa poter contare su un “primo contrafforte contro derive nazionali imprevedibili”. Anche il nostro Paese, dunque, necessita di “un’Europa dotata di una certa autorità e non ho interesse, in quanto presidente del Consiglio, ad indebolirla”.