Peer Steinbrück, candidato cancelliere del Partito socialdemocratico tedesco (Spd) alle elezioni federali del 2013, rilascia la prima intervista dopo la sua investitura al Corriere della Sera. Ex ministro delle Finanze nel governo di grande coalizione dal 2005 al 2009, Steinbrück attacca l’operato della Merkel da diversi fronti, cominciando da quella che definisce “un’analisi insufficiente della crisi” da parte del governo di Berlino. Quest’ultimo sarebbe infatti colpevole di aver interpretato la recessione europea come “una crisi del debito pubblico degli Stati”, quando invece, secondo il candidato socialdemocratico, “è così solo in parte”. All’analisi insufficiente è poi seguita “una terapia sbagliata. E questa terapia viene praticata da due anni: risparmiare, risparmiare, risparmiare”. Ma intanto la situazione europea si è fatta più problematica, ha aggiunto, tanto che gli “Stati scivolano dalla recessione alla depressione e così non ottengono migliori condizioni sui mercati finanziari”. Secondo l’ex ministro serve quindi “una stabilizzazione del nostro sistema bancario malato e una regolamentazione. Ed è necessario uno stimolo per la crescita. Soprattutto in molti Paesi mediterranei, per combattere la disoccupazione giovanile troppo alta”. Analizziamo le diverse dichiarazioni di Peer Steinbrück insieme a Francesco Forte, economista ed ex ministro delle Finanze, secondo cui il candidato alla cancelleria tedesca «appare piuttosto confuso».



Su cosa in particolare?

Innanzitutto sulla questione riguardante la Banca centrale europea, sulla quale avanza delle riserve maggiori di quelle della Merkel. In sostanza dice che la Bce da sola non può formulare il programma concordato, quindi c’è bisogno di altre istituzioni europee, spiegando che proprio in questo risiede la debolezza della proposta. Poi aggiunge invece di rispettare  pienamente l’autonomia della Bundesbank, il che mi sembra una dichiarazione assolutamente antieuropeista. Mi aspettavo che dicesse di rispettare l’autonomia della Bundesbank nell’ambito dell’autonomia della Bce, ma non l’ha fatto. E questo mi sembra incredibile.



Parlando dell’Italia, Steinbrück ha detto che l’Spd è “enormemente interessato a lavorare insieme, in modo stretto e intenso, con Pier Luigi Bersani”. Cosa ne pensa?

Il senso delle sue dichiarazioni sembra quasi essere questo, una sorta di propaganda a favore di Bersani e un’accentuazione di questo legame. Steinbrück cerca di far credere, quando purtroppo non è vero, che i socialdemocratici tedeschi sono più amici dell’Italia rispetto alla Merkel, ma credo sia proprio il contrario. L’attuale cancelliere si è detto almeno a favore dell’azione della Bce, mentre lui, come ha già fatto altre volte, non lo è.



Steinbrück viene poi a chiamato a giudicare la creazione del cosiddetto “supercommissario”, ma risponde dicendo che non si tratta di una nuova proposta.

Anche in questo caso il candidato socialdemocratico offre una risposta decisamente confusa, evitando di prendere una chiara posizione, favorevole o contraria, a questa figura. Si limita a sostenere che si tratta di una proposta formulata già anni fa, ma temo che dietro questa risposta si celi un eccesso di presunzione.

Come mai?

Perché quella del supercommissario è senza dubbio un’idea totalmente nuova: l’impostazione precedente si basa sul fatto che la Commissione europea controlli se i bilanci siano conformi alle regole, ma questo è scritto nel Trattato di Maastricht. Adesso si tratta invece di vedere se questo controllo può essere fatto ex ante in modo efficace o solamente ex post. Un eventuale commissario interverrebbe nelle singole voci dei bilanci, quindi è evidente che stiamo parlando di una proposta innovativa. Steinbrück, invece, comportandosi quasi come Bersani, non chiarisce la sua posizione a riguardo.

 

In caso di una sua vittoria che cosa cambierebbe rispetto al governo Merkel?

 

Probabilmente Steinbrück darebbe maggior spazio alle preoccupazioni sull’inflazione, che sono poi quelle della Bundesbank e dei lavoratori tedeschi, ma è una domanda che non conviene neanche approfondire.

 

Come mai?

 

Perché perderà. Il suo programma è a tratti sbiadito e incomprensibile, mentre la Merkel appare senza dubbio più “saggia” e credibile. Mi sembra quindi molto difficile che i socialdemocratici possano emergere con un programma innovativo e convincente.

 

(Claudio Perlini)