Caro Direttore,
I mercati certamente hanno fatto salire l’altro giorno lo spread perché l’instabilità politica e le elezioni anticipate creano incertezza. Monti è gravemente responsabile di ciò perché, come ha scritto Giulio Sapelli, non aveva alcun motivo per dimettersi in anticipo, approfittando di un voto negativo che non era di sfiducia formale del Pdl. Ma è sempre più chiaro che il suo compito era ed è quello di tirare la volata a un governo di sinistra ex comunista con una componente moderata illuminata, la formula del partito d’azione e dintorni, ove per dintorni intendo Raffaele Mattioli, il grande presidente della Banca Commerciale, che lanciò Mediobanca e che, vedovo, aveva sposato nel 1926 Lucia Monti.
Ma “il ballo degli spread” è un prezzo di democrazia che bisogna saper pagare per evitare il peggio. Ossia l’avvitamento economico e i principi di società illiberale a cui ci sta condannando la linea involutiva del governo Monti. Peraltro va anche evitato l’abbandono della politica di rigore o anche solo la sua attenuazione. Questa deve rimanere, mentre nel programma di chi crede davvero nell’economia sociale di mercato e quindi in un modello con al centro la persona umana e il conseguente principio di sussidiarietà lo si dovrà sostenere anche a livello europeo.
Ciò sulla base di una concezione dell’Europa basata sulla cooperazione fra gli stati membri, ciascuno responsabile delle proprie scelte. Il che comporta per noi la regola del bilancio in pareggio, al fine di non emettere più nuovo debito pubblico. Ma ci occorre anche una politica di crescita per ridurre il rapporto debito/Pil, nella quale sono fondamentali il rilancio delle infrastrutture, la flessibilità del fattore lavoro mediante i contratti aziendali, la riduzione delle imposte sulle imprese e sui loro costi del lavoro con piena detrazione dell’Irap sul fattore lavoro dagli imponibili, da attuarsi in modo graduale triennale.
È in tale ambito che vorrei spiegare perché il governo Monti andava bocciato dal punto di vista di una equilibrata economia liberale ispirata a principi di economia sociale di mercato e governata del merito delle persone come base della socialità.
1) Monti ha cominciato con l’eccesso di tassazione degli immobili infierendo sulla prima casa ed eliminando quasi del tutto le agevolazioni per gli immobili storico-artistici vincolati, con grave danno alla salvaguardia del patrimonio culturale dei privati.
2) C’è stato poi con la legge Fornero sul mercato del lavoro la semi-distruzione della legge Biagi e il sabotaggio ai contratti di produttività di Marchionne, perché non si fa nulla per chiarire l’articolo 18 sui licenziamenti disciplinari, mentre la magistratura riassume i licenziati di Fiat auto.
3) C’è il blocco alle infrastrutture come il Ponte sullo stretto, basate sulla privata iniziativa che si potevano rilanciare mediante la Cassa sepositi e prestiti, mentre questa viene impiegata per fare una nuova Iri, comprando Snam rete gas da Eni ed entrando di nuovo in Telecom.
4) C’è la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie.
5) Non c’è riduzione delle spese, ma solo aumenti di imposte.
6) C’è un uso improprio del redditometro che viene a sostituire la dichiarazione dei redditi con parametri fiscali anziché controllarla.
7) C’è una lotta all’evasione fiscale basata su sistemi vessatori, come la quasi abolizione del contante e l’eccesso di comunicazione di dati al fisco.
8) C’è una ostilità verso l’investimento estero che si è dimostrata nel caso di Sawiris multinazionale dei telefoni, mediante l’entrata in campo di Cassa depositi e prestiti. Si può fare in modo che Sawiris sia un socio impattante di Telecom Italia non di controllo, ma è un grave errore non farlo entrare come socio importante.
9) Il giudizio della commissione nei concorsi universitari viene sostituito in modo aberrante da parametri oggettivi, inventati in modo arbitrario da una commissione di tecnici, che sconvolge quelli internazionalmente adottati, che in ogni caso dovrebbero essere impiegati in modo ausiliario e non sostitutivo delle valutazioni personali.
10) Non c’è alcuna misura di abbattimento del debito e di rilancio dell’economia, come quelle che si potrebbero fare con il trattato fiscale con la Svizzera e con la alienazione di beni pubblici, mediante swap fra debito pubblico e beni dello Stato, con priorità ai debiti detenuti dalle persone e dai loro fondi previdenziali, allo scopo di rafforzare il risparmio popolare.