Un altro pezzo di sovranità italiana se ne sta per andare. Infatti, settimana scorsa l’Ecofin (cioè il consesso dei ministri dell’Economia dei paesi europei) ha raggiunto un accordo per attivare un meccanismo di sorveglianza sulle banche europee. Tale meccanismo istituirà un ente che è stato chiamato Single Supervisory Mechanism (SSM).
Sarà la Banca centrale europea a vigilare dall’inizio del 2014 sull’ente, che sarà composto anche dai membri delle autorità nazionali competenti. L’Eurotower avrà così la responsabilità diretta su duecento istituti di credito dell’Eurozona, quelli con oltre trenta miliardi di euro in asset o che in ogni caso rappresentano più di un quinto dell’output statale. Una clausola, inoltre, permette alla Bce di prendere il diretto controllo di un istituto in caso di richiesta diretta dell’intervento del Fondo salva-stati ESM. La Bce potrà addirittura chiudere una banca, in caso lo ritenga opportuno. Questo, ovviamente, senza tenere minimamente conto della legislazione locale. Soddisfatti ovviamente Gran Bretagna, Svezia e altri paesi al di fuori dell’euro, che manterranno invece l’influenza statale sul proprio sistema di credito.
L’ente SSM non è ancora nato e già iniziano le prime critiche trancianti. E non sono critiche di poco conto, si tratta nientedimeno che del capo della Bundesbank, la banca centrale tedesca, il quale si dice scettico sull’opportunità di affidare questo compito alla Bce, e rilancia l’ipotesi di un regime transitorio, al termine del quale bisognerebbe creare una autorità ad hoc. “Non sono convinto che il Consiglio direttivo della Bce sia l’organo migliore per decidere se una banca debba esser chiusa o meno”, ha affermato Weidmann in un’intervista a un giornale tedesco.
Infatti, tanta autorità è stata affidata al Consiglio direttivo della Bce, che diventa così una sorta di corpo dittatoriale autonomo, privo di qualsiasi controllo. E chi ha concepito questa situazione, ha pensato bene di prevenire pure questa critica. Perché l’Ecofin ha sì affidato il ruolo di coordinatore della vigilanza sulle banche alla Bce, ma ha anche stabilito che vi sia una netta separazione tra le decisioni di politica monetaria, che appartengono al Consiglio direttivo, e quelle su questa nuova area di vigilanza sulle banche battezzata Ssm. Separazione le cui modalità operative dovranno essere stabilite dalla stessa Bce. La Bce che controlla l’attività del nuovo ente Ssm, composto da membri del Consiglio direttivo della Bce: siamo al delirio dell’autoreferenzialità.
Ovviamente da tale meccanismo di controllo diretto è stata esclusa una certa categoria di banche, casualmente proprio quelle che corrispondono al profilo delle Landesbanken, cioè delle banche regionali tedesche, quelle più colpite dal deprezzamento di titoli spazzatura e di bond greci. Allora perché l’opposizione di Weidmann?
Il perché è presto detto. Infatti, la Bce, agendo come supervisore unico, potrà decidere in qualunque momento di esercitare direttamente i propri poteri nei riguardi di qualunque altra banca, di qualunque dimensione (e quindi anche le casse di risparmio, le Landesbanken o gli istituti di credito cooperativi tedeschi), se lo reputerà necessario per assicurare una coerente applicazione di alti standard di sorveglianza bancaria.
Nonostante l’opposizione iniziale tedesca è salvo insomma il principio secondo cui la Bce (pur non gestendo direttamente la supervisione delle 6.000 banche dell’Eurozona, ma delegando in gran parte questo compito alle autorità nazionali) resta comunque l’ultima istanza a decidere se occuparsi o no direttamente di un particolare istituto di credito, se lo considera necessario. Quindi, di fatto, la Bce non metterà il naso nelle banche regionali tedesche, se non quando sarà troppo tardi. Questo è il grande risultato sbandierato dai giornali e dai politici europei in questi giorni. Come se fosse cambiato qualcosa, come se veramente si fosse fatto qualcosa per la crisi economica.
Intanto sono uscite pure le previsioni europee sul 2014, previsioni fosche che confermano un aumento della disoccupazione. Vuol dire che, nonostante tutti i proclami la crisi porterà a ulteriore peggioramento nel 2014, come modestamente pure io (che non sono nessuno) avevo preventivato. Già che ci siamo, faccio anche un’altra previsione: lo spread si manterrà basso fino alle elezioni, quasi che la speculazione voglia confermare il buon lavoro fatto da Monti (per loro e per i loro interessi) finora. Ma a elezioni fatte, chiunque abbia vinto, lo spread tornerà sopra 500, e i mercati e la Merkel e l’Europa ci imporranno di nuovo il loro uomo di fiducia.
Ma state sereni, il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Non hanno previsto la reazione del popolo. Ci vuole solo un popolo.