Le hostess di Meridiana sono sul piede di guerra. Di mezzo non ci sono tagli salariali o dei volumi occupazionali, ma le divise da indossare durante il volo. Non si tratta di una questione di gusti sui colori usati, ma sulle taglie con cui verranno consegnate. Pare, infatti, che lo standard sia la 40/42. Un’imposizione, sostengono le assistenti di volo, ingiustificata e sessista, a quanto pare dettata dalla moglie dell’amministratore delegato della compagnia aerea: niente meno che una ex modella. Sembra inoltre che il tutto derivi dall’applicazione di normative sul controllo del peso e l’adozione dell’uniforme Air Italy per il personale navigante di cabina. Dunque la fusione tra le due compagnie aeree sembra aver portato con sé anche frutti non proprio buoni.
Una situazione diametralmente opposta a quella di Alitalia, che “mangia” altre compagnie senza risentirne troppo. Dopo la fusione “a freddo” (e a spese dei contribuenti italiani) con AirOne, la compagnia di bandiera si rifà sotto con WindJet e Blue Panorama. Potranno così aumentare le rotte servite, specie sul mercato nazionale, e i relativi passeggeri, che potranno sfiorare complessivamente i 30 milioni di unità. Non è nemmeno detto che questo progetto incontri tanti ostacoli da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la regina delle authority che tanto piacciono al governo dei tecnici di Mario Monti. L’Agcm è infatti già in ritardo sulla fusione “numero uno”, quella tra Alitalia e Airone. La legge 166 del 2008 le aveva legato le mani all’Antitrust per tre anni, consentendo che la nascente compagnia aerea avesse posizioni dominanti o di assoluto monopolio sulle rotte italiane, in barba alla concorrenza: una “moratoria” scaduta lo scorso 4 dicembre.
Date le diverse denuncie che ci sono state sin dall’inizio delle attività della nuova Alitalia e le polemiche sul trattamento “di favore” ricevuto attraverso questa legge ci si aspettava che la famosa authority non aspettasse altro che l’arrivo del 5 dicembre per riportare alla normalità una situazione non certo conveniente per i viaggiatori italiani. Tanto più che in Italia, tra blitz della finanza e guerra contro la casta, da quando è arrivato il governo Monti sembra essersi aperta una feroce “caccia ai furbetti”.
Invece, fin troppo nascosta tra le altre, è trapelata la notizia che l’Antitrust ha aperto un’istruttoria su Alitalia corredata da una piccola, ma rilevante, “postilla”: qualunque eventuale provvedimento sanzionatorio non potrà scattare prima di novembre. Di fatto, quindi, la “moratoria” è stata prolungata di un altro anno. Difficile capirne le ragioni. Forse che l’Agcm, dopo il passaggio di Antonio Catricalà nella squadra di governo, non lotti più per la concorrenza? Speriamo proprio di no, in un’Italia che delle liberalizzazioni e dell’apertura del mercato sembra voler far la sua bandiera.