Il Partito democratico scende in campo per migliorare il decreto sulle liberalizzazioni del “governo dei tecnici” di Mario Monti. Sono chiamate proposte prioritarie e sono raggruppate, punto per punto, in un lungo documento che parte dalle banche per arrivare ai notai. Probabilmente, in sede di dibattito, il Pd “prenderà tutti di sorpresa”, consigliando liberalizzazioni più radicali rispetto a quelle già operate dal “governo dei tecnici”. Poiché occorrerebbe fare quella che si chiama una lunga “collazione” tra un testo e l’altro, bisognerà al momento concentrasi su alcuni aspetti. Commentando alcuni punti di questo testo con il professor Ugo Arrigo, docente di Scienza delle finanze alla Università Statale di Milano-Bicocca, si trae la sensazione che non si veda ancora veramente un impianto di liberalizzazioni in Italia.



Professore, prendiamo come esempio la gratuità dei conti correnti di base destinati esclusivamente all’accredito delle pensioni. Oppure il principio della portabilità senza oneri per il cliente del conto corrente presso un’altra banca. Sembrano cose di buon senso, condivisibili, ma neppure il Pd sembra molto agguerrito nelle liberalizzazioni.



Direi che questa è una difesa del consumatore più debole, che va anche bene, per carità. Ma che cosa c’entra tutto questo con le liberalizzazioni? Il processo di liberalizzare un Paese bloccato come il nostro, in diversi settori dell’economia, non può ridursi solo alla difesa dei consumatori. Mi sembra che in una simile impostazione, pur cercando di migliorare quello che il governo ha già fatto, si segua una strada piuttosto marginale.

Sembra di rivedere, in un certo senso, le vecchie “lenzuolate” di Pierluigi Bersani, dove, anche in quel caso, si scambiavano liberalizzazioni con la difesa dei consumatori.  



L’impressione è proprio questa ed è un’abitudine abbastanza radicata. Con la difesa dei consumatori si acquista buona visibilità, buona stampa, ma non si tocca il problema centrale, non si affrontano i problemi reali di questo Paese in materia di liberalizzazioni.

La stessa filosofia la si vede sul problema delle farmacie e dei farmaci di cosiddetta “fascia C”. Dice il documento migliorativo del Pd: “Si rimuovono le limitazioni alla piena liberalizzazione delle vendita dei farmaci di fascia C (come richiesto dall’Antitrust)… estendendola anche ai medicinali veterinari, al fine di ampliare la concorrenza a vantaggio dei cittadini”.

È una filosofia identica a quella che si ispira a una difesa dei consumatori. Ma mi sembra che non abbiano nulla a che vedere con una piano di liberalizzazione autentica. Del resto, anche il piano di liberalizzazioni del “governo dei tecnici” seguiva questa strada. Mi sembra che il Pd, in questo tentativo di migliorare, faccia lo stesso itinerario.

 

Per lo meno c’è una data nel settore energia, in questo documento. Si dice infatti che “si sostituisce la norma sulla separazione della rete di trasporto del gas per definire un perimetro e tempi certi e brevi all’operazione di scorporo di Snam da Eni, da avviarsi con l’adozione del DPCM entro il 31 maggio del 2012.

 

Io continuo a insistere nel dire che non c’è affatto bisogno di tanti passaggi. Se si vuole fare questo scorporo lo si faccia e basta. Per fare tutta questa operazione bastava una direttiva dell’azionista di maggioranza.

 

Vedremo poi il dibattito come avverrà e quali novità ci porterà, ma come sensazione quale giudizio si può dare ?

 

Il decreto varato dal “governo dei tecnici” di Mario Monti, come abbiamo detto più volte, va in una direzione che è buona, ma rispetto a un autentico impianto di liberalizzazioni si può ancora definire marginale. Ora, senza volere esagerare, si può dire che i suggerimenti del Pd sono il marginale del marginale. In sostanza, riguardano aspetti che sono sempre marginali rispetto alla necessità delle liberalizzazioni da attuare in Italia.

 

(Gianluigi Da Rold)

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