Alla batoste sinora subite dalle famiglie potrebbe affiancarsi, finalmente, un provvedimento benefico. Non è ancora chiaro, dettagliatamente, come il governo intenda procedere, ma una serie di ipotesi sono già annoverabili tra le più papabili. L’intenzione di fondo è quella di usare i proventi della lotta all’evasione fiscale, stimati per l’anno in corso in 11 miliardi di euro. Metà sarebbero utilizzati per la riduzione del debito pubblico, metà per diminuire i carichi familiari. Allo stato dell’arte, godrebbero del “dividendo fiscale” 3,5 milioni persone. Ma, se le risorse recuperate dall’Agenzia delle entrare, dovessero rivelarsi maggiori, la quota di beneficiari potrebbe salire fino a 8,5 milioni.
Lo strumento che lo stato pare maggiormente incline ad adottare è quello delle detrazioni per familiari a carico. Che potrebbero aumentare a seconda della fascia reddituale. «Si tratterebbe, eventualmente, di una misura sacrosanta», è il commento di Gilberto Muraro, professore di Scienza delle finanze presso l’Università di Padova raggiunto da ilSussidiario.net. «Nonostante la priorità rimanga il debito, destinare parte dei ricavi derivanti dalla lotta all’evasione ai contribuenti onesti e a quelli più deboli è un segnale fondamentale. Anzitutto, per una questione di equità, la variabile finora maggiormente sacrificata dalle manovre fin qui varate».
C’è un secondo livello di analisi. Come introdurre l’aiuto? Vi è un’ipotesi secondaria che prevede, al posto delle detrazioni, una diminuzione delle aliquote. «Personalmente, credo che le detrazioni giocherebbero a vantaggio delle politiche familiari che, da sempre, rappresentano uno dei punti deboli della politica italiana. Non giustificherei la scelta con il ragionamento congiunturale secondo cui, se le la lotta all’evasione si rivelasse inferiore al previsto, tornare indietro sul fronte delle aliquote sarebbe estremamente doloroso e complicato. Lo sarebbe anche nel caso delle detrazioni». Che, tuttavia, rispetto alle aliquote, hanno un vantaggio: «consentono interventi più mirati e puntuali».
Purtroppo, i benefici sostanziali potrebbero rivelarsi decisamente esigui. «I rincari legati alle manovre sulle imposte dirette e indirette, oltre ai fenomeni globali, come il petrolio che viaggia oltre ai 120 dollari al barile, potrebbero determinare un aumento del costo della vita non completamente compensato dal provvedimento fiscale. Il saldo finale potrebbe essere pari a zero o, addirittura, negativo».
Oltretutto, sono in molti a chiedersi se abbia senso parlare di maggiori detrazioni e, contestualmente, della riduzione delle circa 720 agevolazioni fiscali. «Secondo me – dice Muraro – sì: si possono aumentare le detrazioni per le famiglie e contemporaneamente semplificare le agevolazioni; concentrando l’attenzione unicamente sulle voci più importanti, i carichi familiari, per l’appunto».