Alla nube di interrogativi che avvolge il futuro di Alitalia, sembrano aggiungersi anche le domande sulla composizione dei vertici aziendali. L’assemblea degli azionisti sarà infatti presto chiamata a rinnovare il Consiglio di amministrazione e in molti si chiedono se Rocco Sabelli, attuale Amministratore delegato, rimarrà in carica o meno. I risultati fin qui ottenuti sono certamente sotto le attese iniziali, con il rinvio del raggiungimento del pareggio di bilancio e una strategia che ha dovuto riadattarsi nel tempo rispetto al piano industriale iniziale. Quando nell’agosto del 2008 venne costituita la Compagnia aerea italiana e quando nel gennaio del 2009 iniziò l’attività la nuova Alitalia, qualcuno sottolineò che il business delle compagnie aeree poteva rivelarsi molto insidioso per chi non ne era pratico: è così è stato.
Non è detto, però, che Sabelli possa non essere più alla guida di Alitalia per ragioni legate ai risultati economici. Già in passato, infatti, si vociferava di divergenze tra il manager molisano e il suo Presidente, Roberto Colaninno. In particolare, si diceva che Sabelli spingesse per far sì che i soci italiani lasciassero la compagnia ad Air France alla scadenza (nel 2013) della clausola di lock up, ma che il suo “capo” non volesse seguire questa strada. Posizione agli antipodi anche per l’eventuale creazione di una holding con la compagnia francese (forse anche con l’americana Delta-Northwest). I dissidi sono stati poi ufficialmente smentiti. E lo svolgersi dei fatti sta nel frattempo rendendo impraticabili gli scenari ipotizzati, dato che Air France-Klm sta attraversando un periodo non proprio felice. Le cose potrebbero comunque cambiare da qui a un anno.
Nel frattempo Alitalia dovrà cercare di non rimanere a corto di liquidità. Il 24 febbraio, quando si riunirà il cda, sapremo a quanto ammontano le perdite relative al 2011 e quali sono le prospettive di questo 2012, non certo promettente dato che ci si aspetta un’economia italiana in forte frenata. Anche se l’Antitrust, con la sua decisione di non prendere alcun provvedimento contro Alitalia, nel caso riscontrasse posizioni predominanti sul mercato (ma serve davvero un’istruttoria per accorgersi di qualcosa che è sotto gli occhi di tutti i viaggiatori?), fino a novembre garantisce un 2012 abbastanza tranquillo sul lato del “monopolio”. A questo proposito, nel prossimo cda forse si capirà anche qualcosa di più sulle partnership allo studio con Blue Panorama e Windjet.
Intanto Alitalia esulta perché la sua pagina Facebook ha superato il mezzo milione di fan. Sicuramente un buon risultato, anche se è sicuramente più importante il numero dei passeggeri effettivi rispetto a quello degli “amanti” di una pagina web. Inoltre, quanto avrà influito nel conteggio di questi ultimi il concorso “I like Alitalia” che permetteva di vincere viaggi andata e ritorno intercontinentali e internazionali per due persone a chi cliccava sul pulsante “mi piace” sulla pagina di Facebook, aumentando le possibilità di vincita di chi riusciva a invitare e a far partecipare allo stesso concorso i suoi amici?
Fossi in Alitalia mi preoccuperei: solo mezzo milione di italiani (anche se certo potrebbero essere di più, considerando coloro che, scaduto il concorso, possono aver tolto il loro “mi piace”) è disposto a vincere un viaggio gratuito con la compagnia di bandiera…