Abolire il monopolio della Siae, la Società italiana Autori ed editori. La proposta nell’ambito del decreto liberalizzazioni viene da dieci associazioni del settore e da uno schieramento davvero multi partitico. Si sono infatti dichiarati a favore della abolizione di tale monopolio esponenti dei radicali, del Pdl, dell’Idv, del Pd, della Lega Nord. Tutti contro la Siae dunque, ma perché? Da sempre la Società per i diritti degli autori e degli editori opera nel nostro Paese in regime di assoluto monopolio, a differenza di quanto accade invece da sempre in altri Paesi come gli Stati Uniti. La Siae ha come suo scopo fondamentale garantire il pagamento dei diritti d’autore a chi fa opera di creazione artistica, dallo scrivere canzoni ai libri, a tutela appunto del diritto dell’autore e del”editore. Una attività però spesso contestata dagli stessi autori ed editori, perché non completamente a tutela e soggetta a forti restrizioni soprattutto economiche. La proposta arrivata adesso sottolinea l’esigenza di una agenda digitale per permettere a Internet di creare sviluppo, innovazione e apertura del mercato. Abolizione dunque del monopolio Siae sull’intermediazione dei diritti d’autore, diffusione del software libero nella pubblica amministrazione, trasparenza dei dati delle pubbliche amministrazioni e infine anche l’abolizione del cosiddetto beauty contest per l’assegnazione delle frequenze televisive. Hanno fatto tali proposte le associazioni Agorà Digitale, Articolo 21, Associazione Italiana Internet Provider, Associazione Italiana per l’Open Government, Assoprovider, Altroconsumo, Istituto per le Politiche dell’Innovazione, Libertiamo, Stati Generali dell’Innovazione (Sgi) e lo Studio Legale Sarzana. Secondo i sostenitori di tal proposta, attualmente la Siae non favorisce i giovani autori, obbligati comunque ad iscriversi ad essa. Questo perché  “La SIAE impone ai suoi iscritti la corresponsione di una quota pari a 128,52 euro di registrazione, con un’aggiunta di 89,70 euro a titolo di quota annuale… un mandato quadriennale alla SIAE determinerebbe una spesa di 588,32 euro, ed una di 1767,13 euro come tassa istruttoria e, in aggiunta, un corrispettivo annuo di 495,72 euro. Le tasse di registrazioni per gli autori delle opere letterarie e figurative sono pari a 128,52 euro ed una quota annuale di 89,70 euro, altrimenti sarebbe prevista una quota annuale di 147,80 per il conferimento di un mandato alla SIAE”.



Con la liberalizzazione del settore invece si potrà ottenere un pluralismo competitivo, maggiore tutela dei diritti degli artisti interpreti ed esecutori e l’effettiva partecipazione e controllo da parte dei titolari dei loro diritti.

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