«Credo che l’operazione Btp Italia abbia l’obiettivo principale di riconquistare la fiducia dei piccoli risparmiatori, i cosiddetti “Bot people”. Le caratteristiche peculiari di questo titolo sono diverse: ha quattro anni di durata, un rendimento agganciato all’inflazione italiana e una cedola minima che, come comunicato poco prima dell’emissione, sarà del 2,25% lordo annuo. Inoltre, c’è un premio finale per invogliare i sottoscrittori a non venderlo prima della scadenza, per evitare che il debito perda quota e che si crei nuovamente un clima di sfiducia. Questo premio fedeltà è però minimo, il 4 per mille, per cui i vantaggi sono probabilmente più per lo Stato che per il risparmiatore, e questo Btp Italia sembra rappresentare più che altro una mossa di immagine da parte del Tesoro». Il giornalista Gianni Dragoni, inviato de Il Sole 24 Ore, spiega in questa intervista per IlSussidiario.net i principali vantaggi e rischi del nuovo Btp Italia, titolo di Stato acquistabile da oggi, 19 marzo, fino al 22 marzo, direttamente dai risparmiatori sulla piattaforma MOT.
Cosa può dirci del premio fedeltà? La convince?
Per chi tiene il titolo dal momento della sottoscrizione fino alla fine dei quattro anni c’è un piccolo premio di fedeltà, ma non è molto elevato, perché il 4 per mille significa un premio di 4 euro ogni mille euro e di 40 euro ogni 10mila. Sono somme che, tra costi bancari che in un modo o nell’altro spuntano sempre, si rischia addirittura di perdere, quindi non vedo particolari vantaggi rispetto ad altri titoli di Stato.
Cosa pensa invece della cedola fissa al 2,5%?
Il 2,5% minimo non è un gran tasso. È legato all’inflazione italiana, quindi bisognerà vedere come sarà il suo andamento. Questo legame è certamente la cosa più interessante di questo nuovo Btp Italia, anche se credo che con i vari aumenti a cui stiamo assistendo, l’inflazione verrà spinta al rialzo.
Come giudica invece il fatto che sia acquistabile online? È un vantaggio?
Il fatto che il Btp Italia sia acquistabile in via telematica può rappresentare apparentemente un vantaggio, ma, nonostante sia un modo d’acquisto in via di espansione, non credo sia ancora molto diffuso, in particolare tra i “Bot people”, quindi famiglie e pensionati che dovrebbero disporre di un conto internet diretto, sui quali tra l’altro le banche applicano delle commissioni. Bisogna quindi sottolineare che se un risparmiatore dovesse aprire un conto internet apposta per comprare questi titoli, alla fine quasi ci rimetterebbe, mentre se il conto già esiste ecco che allora si può sfruttare per acquistare Btp Italia senza commissioni bancarie.
Vede dei particolari rischi per i piccoli risparmiatori?
Non vedo rischi diversi da quelli dei titoli di Stato di altro tipo, salvo la durata. Un titolo a quattro anni non è breve e, se pensiamo alle diverse paure e tensioni che ci sono state negli ultimi mesi, ci proietta già nella prossima legislatura. Adesso c’è un momento di fiducia, ma il debito italiano è ancora altissimo, quindi il Btp Italia presenta i classici rischi di un Paese con un debito pubblico troppo alto che tra l’altro continua a crescere.
Quindi sconsiglia l’acquisto del Btp Italia?
Non sconsiglio l’acquisto di questo nuovo titolo, ma è importante tener presente che è legato ai rischi del debito italiano, ha una durata non breve, di 4 anni, e che il cosiddetto “premio” è veramente modesto, per cui lo valuterei in un modo non troppo diverso dagli altri titoli.
Una volta acquistato, in quali casi conviene venderlo prima della scadenza, rinunciando così al premio fedeltà?
Venderlo prima della scadenza potrebbe avere senso in diversi casi: innanzitutto se chi lo ha comprato ha bisogno di soldi e non sta possibilmente perdendoci, oppure se il risparmiatore teme un ribasso. Infine, conviene nel caso in cui i tassi siano scesi, il valore di mercato del titolo sia salito sopra i 100 e quindi se praticamente c’è un guadagno. Anche se, per un titolo che ha un tasso minimo del 2,5%, non vedo grandi margini di crescita del valore di mercato.
(Claudio Perlini)